Dopo soli otto mesi di detenzione, Antonio Di Fazio – noto come “predatore sessuale” – verrà trasferito dal carcere di San Vittore in una comunità di recupero.
La conferma arriva da La Stampa: Antonio Di Fazio, ex imprenditore della Global Farma – colpevole di tentato omicidio ai danni dell’ex moglie e di aver stuprato quattro ragazze in stato di incoscienza – verrà scarcerato dal carcere di San Vittore e trasferito nella comunità terapeutica Crest La Perla di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo – secondo quanto deciso dal giudice Anna Magelli.
A seguito di un presunto tentato suicidio in cella relativo allo scorso 29 settembre e all’acquisita consapevolezza della gravità dei fatti, gli avvocati difensori hanno chiesto il trasferimento del “predatore sessuale” ai domiciliari per intraprendere un percorso terapeutico di disintossicazione da benzodiazepine, nota come “droga dello stupro”.
“Ho solo ordinato il trasferimento dell’imputato in una comunità ad alta intensità di protezione, ove rimarrà in stato di detenzione” – sono state le parole del giudice Magelli; dichiarazioni e chiarimenti necessari, soprattutto in seguito alle proteste e i malumori dei famigliari delle vittime che hanno dovuto assistere alla scarcerazione improvvisa di Antonio Di Fazio. Il giudice ha inoltre sottolineato che l’imputato potrà comunicare solo ed esclusivamente con gli avvocati difensori e con i suoi famigliari.
Tale decisione è stata presa anche a fronte del rapporto che lega l’uomo a suo figlio, rimasto sconvolto dalla notizia secondo cui il padre avrebbe tentato di suicidarsi. A questo proposito, Di Fazio ha voluto chiarire le sue intenzioni, spiegando di non aver mai pensato di porre fine alla sua vita: “Ho solo detto che avevo un umore deflesso Non ho manifestato intenti suicidi”. Questi ultimi sono stati tutti fattori che hanno spinto il giudice Magelli a propendere per un intenso percorso di riabilitazione psicologica, che avrà inizio mercoledì 23 febbraio, quando Antonio Di Fazio riceverà il braccialetto elettronico.
I fatti risalgono al 2009, anno in cui Antonio Di Fazio – da imprenditore della Global Farma – si trasformò in un “predatore sessuale” capace di trattare le donne come “bambole di pezza”. Sono quattro le ragazze che hanno accusato il manager di violenza. La loro scioccante testimonianza ha presentato le dinamiche dei fatti: Di Fazio narcotizzava le giovani donne e, una volta raggiunto lo stato di incoscienza, le fotografava e approfittava di loro. Oltre a questo arrivò poi la rivelazione dell’ex moglie che lo accusava di tentato omicidio.
La prima a fare riferimento a Di Fazio fu una studentessa – all’epoca 21enne – grazie alla quale ebbero inizio le indagini che portarono alla luce una vera e propria serialità nelle sue azioni riprovevoli: il telefono dell’imputato era colmo di immagini sessuali delle vittime. Inoltre, il “predatore sessuale” risulta attualmente indagato per presunti legami con la ‘Ndrangheta e interessi economici relativi alla bancarotta dell’Industria Farmaceutica Italiana s.r.l. L’udienza per l’abbreviazione della pena è prevista per il 28 febbraio e il 22 marzo Di Fazio presenterà la sua difesa.
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