Verso un graduale ritorno alla normalità anche per le visite in ospedale. Ma la strada è ancora lunga e in salita.
Mentre nelle case di riposo nulla è cambiato nell’arco di 2 anni e, nonostante il 90% della popolazione sia vaccinata, gli anziani restano isolati dai loro affetti, la situazione potrebbe gradualmente migliorare per chi si trova in ospedale. Al Senato si sta procedendo verso il ripristino delle visite in ospedale. Dal 10 marzo amici e parenti potranno tornare a far visita ai degenti seppur per non oltre 45 minuti al giorno. Prima firmataria del nuovo decreto la senatrice Annamaria Parente, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. La senatrice ha dichiarato: “L’emendamento da noi presentato coglie le istanze di tante associazioni e persone singole, che ci hanno testimoniato le loro storie di sofferenza e dolore nel non poter far visita a parenti allettati in ospedale, con gravi malattie, come tumori e non solo“. Con il calo dei contagi e la quasi totalità di popolazione vaccinata con due dosi, se non tre, queste istanze non potevano continuare a restare inascoltate.
Fino a questo momento i direttori sanitari dei diversi nosocomi hanno agito in ordine sparso interpretando spesso il silenzio della Politica sul tema come un naturale prosieguo del divieto alle visite. Ma dal 10 marzo l’accesso alle strutture ospedaliere da parte di amici e parenti del paziente tornerà ad essere garantito. Tuttavia non si tornerà all’epoca pre- pandemica, questo deve essere chiaro: resteranno valide alcune limitazioni. Saranno ammessi solo i visitatori vaccinati con tre dosi oppure quelli vaccinati con due che, però, dovranno mostrare l’esito negativo di un tampone rapido. Tutti dovranno sempre indossare la mascherina Ffp2. Chi non è vaccinato – anche se dotato dell’esito negativo di un tampone appena eseguito che ne certifichi la negatività al Covid – non potrà in alcun caso fare visita ad un parente o ad un amico, si trattasse pure di un figlio o di un genitore o del coniuge. Ma anche chi è vaccinato con tre dosi può ugualmente contrarre il virus e contagiare. Il rischio che i visitatori vaccinati possano essere positivi senza saperlo e, dunque, contagiare i degenti in ospedale, resta.
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