Bologna, volevano sangue di non vaccinati per il figlio: hanno perso la potestà genitoriale

Un bambino in attesa di sangue per subire un delicato intervento, genitori che pretendono sangue solo da parte di non vaccinati, donatori disponibili ma medici che rifiutano. Un dramma che sta andando in scena a Bologna.

Getty Images/Brandon Bell/Achivio

I giudici hanno dato ragione ai medici dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna: non importa cosa pensano i genitori del bimbo bisognoso di una trasfusione di sangue, non sta a loro decidere quale sangue dovrà ricevere il loro figlio. I due avevano richiesto espressamente che il sangue provenisse da persone non vaccinate contro il Covid ma la richiesta non è stata accolta. Il giudice tutelare di Modena ha accolto il ricorso dell’ufficio legale delSant’Orsola, nominando il direttore generale, Chiara Gibertoni, curatore speciale del bambino relativamente a questa vicenda: nel momento in cui ci sarà da firmare il consenso informato per l’operazione, potrà farlo lei al posto della mamma e del papà del piccolo. I due genitori no vax, di fatto, hanno perso la potestà genitoriale sul figlio.

Eppure diversi soggetti non vaccinati – rispondendo all’appello dei genitori no vax del bambino lanciato sulle chat Telegram – si sono fatti avanti per donare il sangue per il bimbo e diversi hanno telefonato direttamente al Sant’Orsola. Ma il direttore del Centro nazionale sangue, il dottor Vincenzo De Angelis è stato inflessibile: non si può scegliere quale sangue ricevere. Il medico ha spiegato: ” Il campione di sangue donato e trasfuso in ragione di un intervento chirurgico non si può scegliere, si deve procedere esclusivamente a una selezione in funzione della compatibilità del gruppo sanguigno. Il sangue raccolto dalle donazioni è soggetto a controlli per escludere agenti infettivi, è quindi un farmaco e come tale possiamo solo rifiutare di essere curati e quindi di subire una trasfusione di sangue, ma non possiamo scegliere quale tipo di sangue vogliamo ricevere”. De Angelis, inoltre, non ha mancato di sottolineare che, a suo dire, il sangue di chi è vaccinato è migliore di quello di chi non è vaccinato perché dotato di anticorpi contro il Covid. “Rispetto a quello dei non vaccinati o che non hanno contratto il Covid, è un sangue che ha il vantaggio di avere gli anticorpi” – le parole dell’esperto.

Nel frattempo, al fine di tranquillizzare i genitori del bambino è intervenuta Paola Montanari, 56 anni, presidente di Piccoli grandi cuori, l’associazione presente nei reparti di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva del Sant’Orsola. La donna ha raccontato la sua personale esperienza di mamma che, tanti anni fa, ha temuto di perdere la figlia: “Ricordo che 27 anni fa, quando è nata mia figlia Elisa, il professor Gaetano Gargiulo mi ha informato delle malformazioni cardiache. La trasfusione? Sì è stata necessaria anche per mia figlia, ma non mi sono posta il problema, pensando prima alla sua sopravvivenza. Oggi si sottopone regolarmente ai controlli, si è laureata e lavora”.

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