Una famiglia sta mettendo in pericolo la vita del bambino per l’ostinazione a rifiutare trasfusioni se il sangue proviene da persone vaccinate.
Nei mesi scorsi sono stati diversi i casi di bambini e ragazzini che hanno trascinato i genitori in Tribunale per rivendicare il loro diritto a vaccinarsi contro il Covid. Certo, spesso gli adolescenti chiedono di vaccinarsi non tanto per una questione di sicurezza ma per poter continuare a uscire, andare al cinema e a mangiare la pizza con gli amici. Tuttavia – nonostante la giovanissima età – i giudici hanno sempre dato ragione ai figli e torto a genitori che, nella maggior parte dei casi, erano semplicemente preoccupati sui possibili rischi di reazioni avverse. E’ forse troppo piccolo per ribellarsi il bambino attualmente ricoverato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna che rischia la vita a causa dell’ostinazione della famiglia. Il bambino deve subire un delicato intervento chirurgico ma la famiglia, proveniente dal Modenese, rifiuta trasfusioni di sangue provenienti da donatori vaccinati contro il Covid-19.
La vicenda è iniziata qualche settimana fa quando la famiglia aveva fatto sapere ai medici che per il loro bambino non avrebbero accettato in nessun caso del sangue che fosse arrivato da donatori vaccinati contro il Covid-19. Essi, dunque, non rifiutavano le trasfusioni in toto, per ragioni religiose: solo chiedevano che i prelievi per le trasfusioni fossero effettuati solo a persone non vaccinate. I due, per far avere il sangue necessario al loro bambino, hanno iniziato a lanciare diversi appelli sulle chat Telegram in modo da reperire volontari non vaccinati disposti a donare il sangue. Ovviamente di un gruppo sanguigno compatibile con quello del figlio. Non si sa se la coppia sia riuscita o no a trovare qualcuno disponibile a farsi prelevare il sangue necessario ma, in ogni caso, in Italia le cose funzionano diversamente e non si possono selezionare i propri donatori. Infatti l’ospedale Sant’Orsola, in accordo col centro trasfusionale, si è opposto e continua ad opporsi in quanto le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi, hanno spiegato i medici. La famiglia a quel punto si è rivolta agli avvocati e il caso è finito davanti al giudice.