Marcia indietro del professor Fabrizio Pregliasco sulla questione dell’obbligo di avere la terza dose per accedere all’ospedale Galeazzi, da lui diretto.
La scorsa settimana il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi, fu al centro di uno scandalo: alcuni pazienti si erano rivolti alla trasmissione mediaset Fuori dal Coro lamentando che, pur essendo in lista da diversi mesi, non venivano operati perché non erano vaccinati con tre dosi. La questione arrivò subito in Regione Lombardia che avvio immediatamente un’ispezione interna all’ospedale. Nel frattempo Pregliasco si chiuse in un rigoroso silenzio stampa che ha deciso di chiudere poche ore fa con una lettera indirizzata al quotidiano di Maurizio Belpietro, La Verità. Nella missiva il direttore sanitario del Galeazzi ha spiegato la sua marcia indietro sulla questione dell’obbligo del Super Green Pass nel suo ospedale. Pregliasco, in pratica, ha ufficializzato il superamento della circolare del 3 gennaio che prevedeva il rinvio degli interventi per le persone non vaccinate con tre dosi o con due da meno di cinque mesi o guarite da meno di sei mesi: “La disposizione del 3 gennaio scorso, che ha suscitato polemiche su social e media perché considerata lesiva dei diritti dei pazienti non vaccinati è nata in un contesto di particolare emergenza… In quel preciso momento, le due evidenze erano l’incremento esponenziale di ricoveri di pazienti Covid positivi e l’aumento del personale sanitario costretto in quarantena. Per questa ragione, e solo per un periodo di 2 settimane, alcuni interventi non urgenti dei pazienti più fragili sono stati rinviati. Tra i pazienti più fragili ho valutato, ancorché non previsto, di includere, tra gli altri, anche coloro che non erano in possesso del Green pass rafforzato, ciò per proteggere da un’eventuale infezione proprio i soggetti vulnerabili che più facilmente la contraggono e per non rischiare di vedere crescere l’occupazione dei letti in terapia intensiva” – si legge nella lettera. Pregliasco ha, dunque puntualizzato che la sue scelta di rinviare gli interventi di chi non aveva il Super Green Pass era motivata anche dal voler proteggere le persone ritenute più a rischio di contagio poiché non protette dalla terza dose. E’ pur vero che uno dei pazienti non operati non poteva più lavorare da mesi a causa dei dolori lancinanti al polso ma il medico – a suo dire – ha agito per il bene del giovane. Stesso discorso per la signora che non riusciva nemmeno più a camminare a causa dell’alluce valgo. In ogni caso la circolare inviata da Pregliasco al personale del Galeazzi è decaduta: le porte del Galeazzi sono nuovamente aperte a tutti