Sabrina non ha urlato abbastanza, dice il giudice che ha assolto Alessandro Pasini

I giudici, dopo quasi due anni, hanno assolto Alessandro Pasini: secondo i magistrati non è stato lui a togliere la vita all’amica Sabrina Beccalli.

Era il 15 agosto 2020 quando la 39enne Sabrina Beccalli scomparve da Crema. Avrebbe dovuto raggiungere il figlio a casa di alcuni amici a Milano per festeggiare Ferragosto ma non è mai arrivata. Il suo corpo fu trovato bruciato all’interno della sua automobile. In un primo tempo fu scambiato per la carcassa carbonizzata di un cane. Principale indiziato il 46enne Alessandro Pasini, un amico della vittima con cui la donna si era vista proprio il giorno in cui scomparve. I due avevano assunto droghe insieme. Lo scorso 29 ottobre 2021 il giudice dell’udienza preliminare di Cremona, Elisa Mombelli, aveva assolto Pasini. Oggi, in trentanove pagine, viene spiegata la motivazione della sentenza. Secondo il giudice non può dirsi provata al di là di ogni ragionevole dubbio la responsabilità di Pasini quale autore dell’omicidio di Sabrina Beccalli. In parole povere: non ci sono prove. “L’indagine è stata viziata da un clamoroso errore verificatosi nelle sue fasi iniziali che, avendo determinato la irrimediabile dispersione di gran parte dei resti della donna, ha di fatto impedito di accertare il meccanismo del decesso” – ha scritto il gup nelle motivazioni della sentenza.

Secondo la tesi dell’accusa, Beccalli sarebbe morta a causa di un’emorragia cerebrale provocata da a un colpo violento al capo. Stando ai legali di Pasini, la 39enne, invece, sarebbe stata stroncata da un malore dopo avere consumato droga e il 46enne l’aveva trovata, esanime, in bagno, con il volto insanguinato. In un quadro di incertezza, il giudice ha ritenuto più verosimile – e genuina – la versione sostenuta dagli avvocati di Pasini. Il gup ha concluso che non c’è certezza scientifica che il trauma cranico sia stato causato da una brutale aggressione. Ma se anche fosse così, non ci sono prove che ad aggredire la Beccalli sia stato Pasini. Entrambi avevano assunto cocaina, l’uomo anche eroina. Le analisi tossicologiche hanno rilevato nel corpo della vittima la presenza di cocaina e di un ansiolitico. In serata, prima dell’incontro con Pasini, Sabrina Beccalli aveva consumato un significativo quantitativo di bevande alcoliche tale da ubriacarsi. Di conseguenza, secondo il giudice per l’udienza preliminare, non è così astratta l’ipotesi che la donna abbia avuto un malore fatale a causa del pericoloso mix di sostanze alcoliche, stupefacenti e psicofarmaci. Come, non è inverosimile – secondo il gup – che la 39enne dopo essersi accorta della perdita di sangue dal naso, per effetto della cocaina sniffata, si sia alzata dal letto e abbia raggiunto il bagno a fatica e lasciando tracce ematiche. Lì sarebbe poi crollata con un violento urto contro il bordo della vasca. Crolla anche uno dei cardini dell’accusa: il grido di una voce femminile udito dalla vicina di casa Maria Craciun. La donna ha sempre dichiarato di aver udito la voce di una donna gridare: “Aiuto, aiuto … no“. Ma per la sentenza la voce, sofferente e strozzata, poteva essere di una persona colta da malore e non causata da un’aggressione da parte di Pasini: “Se la Beccalli fosse state inseguita e colpita dall’amico le urla sarebbero state ripetute e ben più insistenti” – ha concluso il giudice. Alessandro Pasini, dunque, è stato assolto dall’accusa di omicidio perché il fatto non sussiste. Assolto anche dall’accusa di crollo dell’edificio sebbene prima di allontanarsi avesse tagliato il tubo del gas.È stato condannato a sei anni solo per la distruzione del cadavere e l’incendio dell’auto.

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