Condanna di due mesi per una donna rea di aver violato la quarantena. La poverina era corsa in strada per una ragione davvero urgente.
In arrivo sanzioni pesanti per chiunque violi le nuove ordinanze del Governo. Non solo 100 euro una tantum per i 50enni e over che rifiuteranno il vaccino anti Covid. Blocco del Conto Corrente e galera non mancano tra le possibili penalità per chi oserà sfidare i Decreti di Mario Draghi. Le sanzioni più pesanti toccheranno a chi violerà la quarantena: per costoro è previsto addirittura il carcere. Infatti è stata condannata a scontare due mesi una 56enne della provincia di Padova che è uscita dalla propria abitazione durante la quarantena. Tuttavia la donna aveva una giustificazione più che valida: era corsa in strada per soccorrere un motociclista vittima di un incidente. I due mesi di arresto sono stati poi tramutati in una multa di 4.500 euro.
La 56enne era in stato di quarantena per Covid ma aveva già fatto un tampone con esito negativo. Da norma, però, è necessario un secondo test per uscire dall’, isolamento. Prima che facesse il secondo tampone è arrivato il giorno dell’incidente. Era il 23 aprile scorso quando la donna ha sentito un botto fuori di casa e visto del fumo. Così è subito corsa in strada per soccorrere un motociclista che si era schiantato contro un palo, finendo dolorante in un fossato. Temendo il peggio per l’uomo è rimasta lì per aiutarlo e ha chiamato i soccorsi. Quando sono arrivati i sanitari del 118 accompagnati dai Carabinieri, questi ultimi hanno scoperto che la donna era in quarantena ed è quindi scattata una doppia denuncia: violazione della quarantena e mancata indicazione della propria identità personale in quanto, in un primo momento, si era rifiutata di fornire i propri documenti. Alla fine, qualche giorno fa, la 56enne ha ricevuto la notifica dal Tribunale di Rovigo. Ma la donna non intende pagare un centesimo e ha già annunciato la volontà di opporsi e dare battaglia.
Nel frattempo a Ravenna è scoppiato uno scandalo: il Comune romagnolo, attraverso i cellulari – direttamente controllati dalla Polizia – geolocalizza i cittadini positivi per assicurarsi che restino chiusi in casa. Da quanto emerso questo sistema andrebbe avanti da due anni, da inizio pandemia in pratica. Il garante della Privacy ha aperto un’istruttoria sull’amministrazione locale. Il Comune, dal canto suo, si è difeso spiegando che la geolocalizzazione è una misura facoltativa: in pratica i cittadini stessi si sarebbero resi disponibili su base volontaria per farsi controllare.