Multa da 100 euro al mese per chi non si vaccina: i soldi serviranno per finanziare gli ospedali

Pugno sempre più duro contro il popolo no vax. La multa sarà a cadenza mensile, come una bolletta. Servirà a finanziare la sanità pubblica.

Getty Images/Milos Bicansky

C’è uno zoccolo duro di no vax che, nonostante le progressive misure restrittive a loro discapito, non molla e continua a rifiutare il vaccino anti Covid. E allora i Governi europei scelgono la strada più sicura: colpire ai portafogli. In Italia la sanzione per le persone dai 50 anni in sù che rifiutano il vaccino sarà di 50 euro una tantum. Più rigide le sanzioni della Grecia: qui i soggetti sopra i 60 anni che non accetteranno di farsi inoculare il farmaco anti Covid, a partire da febbraio verranno multati di 100 euro al mese fino a quando non si decideranno a farsi iniettare la prima dose. Al momento la sanzione è di 50 euro ma l’Esecutivo ha già annunciato che l’importo raddoppierà a partire dal mese venturo. Il ministro della Salute, Thanos Plevris, ha spiegato che le sanzioni saranno riscosse attraverso l’ufficio delle imposte e l’incasso sarà destinato al finanziamento degli ospedali statali. Paradossalmente, quindi, la sanità pubblica verrà sostenuta economicamente proprio dai no vax, quelli che, secondo alcuni – tra cui la virologa Ilaria Capua – dovrebbero pagare di tasca propria l’eventuale ricovero per Covid, quelli che secondo altri – come l’ex pugile Maurizio Stecca – occupano abusivamente i posti letto in ospedale.

Il ministro Plevris ha spiegato che la scelta di finanziare la sanità pubblica con le multe dei no vax è stata decisa proprio per l’impatto che essi – specialmente se sopra i 60 anni – hanno sul servizio sanitario pubblico. In Grecia l’anno scorso è stato imposto un obbligo di vaccinazione a tutti gli operatori sanitari e a partire dal primo febbraio i certificati di vaccinazione per gli adulti scadranno dopo sette mesi, a meno che il titolare non riceva un’iniezione di richiamo. Lo scopo del Governo di Kyriakos Mitsotakis è duplice: aumentare il tasso di vaccinazione nel Paese nella fascia più esposta alle conseguenze gravi del contagio e, al contempo, allentare la pressione sugli ospedali. Attualmente nel Paese ellenico circa 300mila ultrasessantenni non hanno ancora ricevuto neppure una dose di vaccino e una parte del Governo sta facendo pressione affinché l’obbligatorietà venga estesa anche anche alla fascia 50- 59 anni. Il tasso di ospedalizzati, per il momento, in Grecia è ancora sotto controllo: gli ospedali non sono in affanno. Ma, con la diffusione della variante Omicron, sono aumentati i contagi, i ricoveri e i decessi giornalieri.

 

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