Lo spettro del ritorno alla didattica a distanza fa sempre più paura. Il Governo pronto a mettere in campo nuove strategie.
L’ipotesi del ritorno alla didattica a distanza sta facendo tremare milioni di genitori che, dovendo lavorare spesso entrambi, non saprebbero come assistere e aiutare i loro bambini nel seguire le lezioni da casa. Se poi i figli sono più di uno e tutti piccoli e la famiglia – come molte oggi – non può permettersi più di un computer, la situazione diventa allarmante. Ma al di là dei problemi di organizzazione familiare, con la didattica a distanza milioni di bambini e adolescenti rischiano di restare indietro in quanto non opportunamente seguiti dai docenti. A pagare il prezzo più alto, ancora una volta, sarebbero i ragazzi, specialmente se appartenenti a famiglie poco abbienti.
Per evitare tutto questo il Governo di Mario Draghi sembra essere disposto a scendere in campo con nuove strategie. La soluzione per permettere agli studenti di continuare con la didattica in presenza, però, passa inevitabilmente dal vaccino anti covid per i minori. Pertanto, di fatto, scatterebbe una sorta di implicito obbligo. L’ ipotesi che sta prendendo piede in queste ore è quella di coinvolgere gli istituti per accelerare la campagna vaccinale sui minori allestendo veri e propri hub vaccinali all’interno delle scuole. L’idea di fondo è quella che la scuola è uno degli ambienti più familiari per i bambini che, in questo modo, vivrebbero la vaccinazione in modo meno pesante e allo stesso tempo anche i genitori sarebbero facilitati. Resta da sciogliere il nodo dei genitori che non vogliono far vaccinare i propri figli: a quel punto cosa si farà? Didattica in presenza solo per i bambini vaccinati e gli altri a casa, come aveva proposto l’infettivologo Massimo Galli qualche settimana fa?
Mentre milioni di mamme e papà stanno già in crisi al pensiero di come organizzarsi e dover prendere permessi da lavoro, al contrario secondo il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, adottare la didattica a distanza nelle prossime settimane, in caso di necessità, non sarebbe un dramma. “Siamo pronti ad affrontare questa eventualità. Abbiamo dato regole anche per la formazione a distanza, che non è il demonio ma uno strumento che può essere usato in maniera specifica. Può esserci un aumento della Dad, ma non in modo generalizzato. Siamo attrezzati per gestire tutte le situazioni”- ha spiegato Bianchi. Resta sul tavolo anche l’ipotesi di allungare l’anno scolastico in caso di future chiusure della scuola per troppi contagi. “Finora non è stato perso neanche un giorno di scuola. Ma in caso di chiusure a causa dei contagi possiamo sicuramente prendere in considerazione, insieme alle Regioni, di allungare l’anno scolastico a giugno“- ha affermato il ministro dell’Istruzione.
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