Un caso che ha dell’incredibile a Sassari. Una giovane futura mamma ha perso il suo bambino a causa di un tampone.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 186.253 unità. Da ieri 360 morti e 125.199 guariti. I casi attualmente positivi salgono a 2.398.828, +75.310 rispetto a ieri. I ricoverati sono 18.019, +371 mentre in terapia intensiva 1679 assistiti, +11 da ieri.
Ci sono tragedie che non si possono evitare. E altre che, invece, con un’attenzione in più si potrebbero prevenire. Quanto accaduto a Sassari ne è un triste esempio. “Ho perso il bambino dopo essere stata mandata via dal pronto soccorso di ginecologia di Sassari” – queste le parole di Alessia Nappi, 25 anni. La ragazza era alla quinta settimana di gravidanza quando sabato 8 gennaio – a causa di alcune perdite sospette – è dovuta correre d’urgenza al Pronto soccorso. Alessia era già stata vaccinata con due dosi, in attesa della terza. Ma- secondo ultima ordinanza del Governo – è obbligatorio essere muniti dell’esito negativo di un tampone per accedere alle strutture sanitarie se non si è ancora ricevuta la terza iniezione di vaccino. In quel Pronto Soccorso, tra l’altro, non era sufficiente l’esito di un test rapido: richiedevano il risultato di un tampone molecolare in quanto – hanno spiegato alla 25enne – i tamponi rapidi non sono attendibili e, in passato, false negatività hanno creato dei focolai all’interno della clinica. Ma l’esito di un test rapido lo si ottiene dopo circa due giorni: Alessia non poteva prevedere che proprio quella mattina il suo bimbo sarebbe andato in sofferenza.
A quel punto Alessia, respinta dal Pronto Soccorso, è uscita dalla clinica con l’indicazione di assumere la tachipirina se non fosse riuscita a gestire le perdite. Ma non c’è stato niente da fare: i dolori sono peggiorati, le perdite aumentate. Nel giro di mezz’ora il bimbo tanto atteso e desiderato non c’era più. Alessia e il suo compagno Enzo si sono rivolti ad un legale per valutare di denunciare l’ospedale di Sassari che non l’ha fatta entrare nonostante si trattasse chiaramente di un’emergenza. I due giovani hanno spiegato: “Non vogliamo che capiti più a nessuno quello che è capitato a noi”.Dal canto suo il primario di Ginecologia dell’Aou di Sassari, il dottor Giampiero Capobianco – intervistato da Sassari Oggi – ha asserito: “Ci dispiace molto per la signora ma escludo ogni nostra responsabilità. Dobbiamo proteggere al meglio il palazzo dai focolai, il rischio è troppo grande per le persone ricoverate“. Di diversa opinione coloro che, nelle scorse ore, hanno proposto di far lavorare negli ospedali, a stretto contatto con i degenti, i medici positivi purché vaccinati.
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