Adalgisa Gamba, indagata per l’omicidio del figlio di due anni e mezzo a Torre del Greco, offre una propria versione del drammatico incidente.
Una vera e propria tragedia, quella che si è consumata a Torre del Greco. Una tranquilla serata in spiaggia per Adalgisa Gamba e suo figlio Francesco, di soli due anni e mezzo. Gamba sostiene che il bambino sarebbe sfuggito dalla sua mano, per poi finire rovinosamente in acqua. Questa la drammatica versione della madre del piccolo, che sembra essere totalmente accidentale. Non sembra però essere questa la versione definitiva del presunto delitto, in quanto la donna è al momento indagata per l’omicidio del piccolo Francesco.
Un altro “tarlo continuo” sembrerebbe portare all’ipotesi di omicidio volontario: il fatto che la donna fosse convinta – senza aver mai ricevuto una diagnosi comprovata da un medico – che suo figlio Francesco, di soli due anni e mezzo, fosse autistico. Una diagnosi effettuata in autonomia dalla donna tramite delle ricerche su internet. Gamba non riusciva a superare l’idea che suo figlio potesse essere autistico, e questo sembra di fatto essere il movente del presunto delitto.
Fernanda Iannone, il giudice per le indagini preliminari incaricato dal Tribunale di Torre Annunziata, ha di fatto convalidato il fermo di Adalgisa Gamba. La donna si trova in questo momento in carcere, seppure il difensore di Gamba, ovvero l’avvocato Tommaso Ciro Civitella, non è d’accordo con questa decisione. Civitella vuole infatti accertarsi del fatto che la situazione di Gamba sia compatibile con il carcere. Nell’ordinanza di convalida si leggono anche degli stralci del verbale reso dalla donna al pm, al momento dell’interrogazione. Gli elementi che spiccano sono il “tarlo” legato al presunto autismo del figlio, non comprovato da alcun esame medico, oltre alla versione della donna sulla notte dell’annegamento del piccolo Francesco.
La donna dice di aver notato in Francesco un ritardo nel linguaggio, oltre a “movimenti ripetuti nelle mani”, che sarebbero state agitate dal piccolo anche davanti al suo volto. “Lo spettro dell’autismo ha cominciato a perseguitarmi. Mio figlio faceva cose che la mia prima bambina non aveva mai fatto”
Tale convinzione ha portato Gamba a parlarne anche con la madre, arrivando addirittura a pensare che “sarebbe stato meglio avere soltanto una figlia”. La figlia della donna, infatti, non aveva mai manifestato tali atteggiamenti, che avrebbero creato il sospetto in Gamba.
La notte dell’annegamento a Torre del Greco sembra invece essere andata diversamente: “Il bambino era nelle mie braccia, gli parlavo ma non davo peso al fatto che fosse sott’acqua” ha detto la donna, che ha aggiunto: “Non piangeva ma comunque si muoveva. Guardavo il mare e pensavo alla libertà, senza rendermi conto di tutto il resto. Ho avvertito una sensazione di liberazione, per me e per quella che sarebbe stata la vita di mio figlio. Credo di non essere stata in me“.
In un prima versione dell’incidente la donna ha detto di essere stata “in stato confusionale” e di aver raggiunto la spiaggia presso La Scala. Lì, Francesco avrebbe lasciato la sua mano per andare verso il mare. Dunque, il piccolo sarebbe inciampato, cadendo in acqua. “Non ho potuto prenderlo in tempo”, queste le drammatiche parole di Gamba. “Mi guardava e respirava. Ho chiesto aiuto ma non mi ha sentito nessuno“. Dopo è avvenuta l’ammissione della donna che tuttavia si giustifica così: “Non ho realizzato fosse il bambino, non so perché è andata così. Non l’ho sopportato, è stato il mio incubo giorno e notte“.
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