Marco Revelli “La candidatura di Berlusconi al Quirinale sarebbe un oltraggio al pudore”

Il politologo Marco Revelli ha espresso le sue opinioni su vari esponenti di spicco della politica italiana, riservando parole dure per la candidatura di Berlusconi al Quirinale.

Marco Revelli
Marco Revelli/Facebook

Intervistato dai microfoni di La7, il politologo Marco Revelli ha rilasciato delle dichiarazioni forti rispetto alla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. La corsa per il prossimo presidente della Repubblica – in particolare, la candidatura del Cavaliere – sta facendo molto discutere, con molte figure di destra e non favorevoli al nome di Berlusconi, come Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida (FdI). Al contrario, altre figure istituzionali e non si stanno apertamente schierando contro questo ritorno al vertice dell’ex presidente del Consiglio. Questo è il caso di Revelli.

Il politologo ha infatti dichiarato: “Oltre alla legge, c’è anche il comune senso del pudore. Una candidatura di Berlusconi sarebbe sicuramente un oltraggio al pudore di questo Paese”. Parole forti di Revelli, che però giustifica questa sua presa di posizione con i “processi pendenti” legati alla figura di Berlusconi, che lo renderebbero inadeguato per il ruolo presidenziale, in quanto “dirigerebbe la magistratura”, qualora fosse eletto presidente della Repubblica. “Non le sembra una cosa invereconda?”, domanda il politologo al direttore di Libero Pietro Senaldi.

Marco Revelli non si è però fermato a queste parole, incalzando sul tema della candidatura di Berlusconi al Quirinale. Il politologo ha definito la sola candidatura dell’ex premier al colle come una “sciagura nazionale per l’immagine del nostro Paese”. Il politologo si è poi scagliato contro un altro volto noto della politica italiana: l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Avrebbe fatto meglio a tornare a fare l’avvocato”, queste le dure parole di Revelli nei confronti di Conte.

Rispetto al Partito Democratico, Revelli ha poi dichiarato: “Il PD ha smarrito buona parte della propria identità. Questo si evincerebbe dalle “oscillazioni del suo segretario, Enrico Letta” nonché dalle “interlocuzioni a tutto campo con Giorgia Meloni”. Il politologo asserisce inoltre che vi è una evidente “confusione”, dovuta alla “dissoluzione di alcuni fondamenti che avevano caratterizzato il passato di queste culture politiche”.

Come consiglio per il PD e più in generale per il centrosinistra, a livello di una “carta da giocare” per l’elezione del presidente della Repubblica, Marco Revelli ci pensa su, per poi dichiarare: “Forse ci vorrebbe una donna”. Il politologo dunque incalza: “La formula più dignitosa sarebbe candidare una donna accettabile anche trasversalmente, ma che almeno rompa una tradizione di patriarcalismo feroce della nostra politica”. Revelli non si è però sbilanciato riguardo l’identità di una simile figura.

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