Parla il nonno del piccolo Daniele Paitoni, il bambino di 7 anni ucciso dal padre durante le feste natalizie.
Daniele Paitoni quella sera non voleva andare dal padre, Davide Paitoni, per festeggiare il Capodanno. Ma c’era il permesso del giudice che aveva stabilito che Davide, nonostante fosse già noto alle Forze dell’Ordine per maltrattamenti in famiglia e nonostante fosse agli arresti domiciliari dal 26 novembre per aver accoltellato un suo collega, quella sera potesse trascorrerla con il figlio. Il seguito è ormai noto: Davide ha ammazzato il figlio colpendolo con un fendente alla gola e poi è andato dalla ex moglie e ha tentato di accoltellarla. Sulla tragedia interviene il nonno materno del bambino che racconta: “Il bambino non voleva andare. Noi abbiamo sbagliato a portarlo dal papà. Ma lui aveva il permesso del giudice…». Dopo aver cercato di uccidere anche la moglie 36enne, Paitoni durante la fuga ha inviato alla donna due messaggi vocali: «Daniele è al sicuro, ti ho aggredita per punirti perché mi hai rovinato la vita e perché volevi portarmi via mio figlio». Purtroppo Daniele non era al sicuro: il suo corpo privo di vita era stato chiuso dentro ad un armadio.
Il 40enne è stato messo in manette al confine con la Svizzera. I Carabinieri hanno intercettato la sua Golf all’1.30 lasciata a bordo strada a Varese, lui non c’era. Poi grazie a un gps l’hanno seguito durante la fuga sul colle Sant’Elia. Mentre lo arrestavano l’uomo urlava «sparatemi». Il pm gli contesta anche la premeditazione e l’aver agito per motivi abbietti, ovvero per vendicarsi della moglie. Paitoni, infatti, non accettava la decisione della donna di separarsi. Il pm – nella richiesta di misura cautelare – aveva ricordato il procedimento aperto dopo le denunce della moglie e dei familiari. Davide Paitoni era noto anche per uso e detenzione di cocaina, guida in stato di ebbrezza ma il 6 dicembre era arrivato l’ok da parte del giudice che, in accoglimento delle istanze dei legali della difesa, consentiva al 40enne di vedere moglie e figlio per le feste senza alcuna particolare prescrizione. La famiglia della mamma del piccolo Daniele oggi accusa proprio quel giudice che forse avrebbe potuto prevenire questa tragedia: “Non ci hanno ascoltato“- dicono. Il legale che difende Davide Paitoni, l’avvocato Stefano Bruno, ribadisce che non vi era alcuna ragione per impedire al suo assistito di vedere suo figlio poiché si trovava agli arresti domiciliari non per i maltrattamenti familiari ma per aver accoltellato un estraneo. Anzi Bruno ora è preoccupato per Paitoni il quale, in carcere, è in stato confusionale: “Si trova in uno stato di preoccupante confusione, dice che vuole morire. E’ come un uomo che si sta risvegliando da un incubo. Difendendo il peggiore degli assassini io difendo il diritto di tutti, è questo che la gente non capisce” – ha concluso.