Le nuove regole stabilite dal Governo prevedono un quasi lockdown per chi rifiuta il vaccino anti Covid. Ma il Partito Democratico chiede che si proceda, quanto prima, ad imporre la vaccinazione.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 126.888 unità. Da ieri 156 morti e 22.246 guariti. I casi attualmente positivi salgono a 779.463, +104.598 rispetto a ieri.
L’ipotesi del lockdown per chi rifiuta il vaccino anti Covid, ufficialmente, è stata respinta dal Consiglio dei Ministri tenutosi mercoledì 29 dicembre. Come è stata, per ora, rigettata la proposta di estendere il Super Green Pass a tutti i lavoratori, di ogni settore. Di fatto, tuttavia, a partire dal 10 gennaio chi non è guarito dal Covid o non è vaccinato non potrà più nemmeno sedersi ai tavolini esterni di bar e ristoranti e non potrà più salire sui mezzi del trasporto pubblico locale. Niente metropolitana, autobus, tram né treni per chi non è vaccinato o guarito: non sarà più sufficiente essere muniti dell’esito negativo di un tampone. Se per alcuni questo è il limite, per altri non è ancora abbastanza e il Governo deve procedere con l’imposizione del vaccino. A sostenerlo è l’ex Premier – nonché attuale leader del Partito Democratico – Enrico Letta. Intervistato dalla Repubblica a stretto giro con le nuove decisioni dell’esecutivo, Letta ha dichiarato: “Il Governo sta facendo bene, approvo totalmente le misure discusse in cabina di regia e penso che ora bisogna prepararsi al passo successivo, cioè l’obbligo vaccinale e il ritorno allo smart working. Di obbligo si parla da settimane e la scelta è matura per il Paese e per l’Europa. La mia sensazione è che ci sia un sur place tra i Paesi, il primo che introduce l’obbligo produrrà un effetto domino in tutti gli altri”.
Il segretario dei Dem riconosce che, vista la situazione in cui – dopo due anni – ancora ci troviamo, probabilmente gli strumenti con i quali si sta combattendo il virus non sono più efficaci. Ma, a suo dire, provvedere a cambiarli ora significherebbe bloccare il Paese e questo non possiamo permettercelo. “Nella guerra al Covid abbiamo sempre imparato strada facendo e gli strumenti con cui abbiamo combattuto fin qui non sono più adeguati. Non si deve perdere tempo a cambiarli, perché il ritardo peggiora le conseguenze sulla salute pubblica e l’economia” – ha precisato Letta. E’ pur vero che continuare a combattere con armi inefficaci potrebbe significare non uscire più dal tunnel. Anzi, forse addentrarsi sempre più in un girone senza ritorno.
Le ultime decisioni del Governo – che vietano a una persona non vaccinata ma negativa di salire su un autobus mentre azzerano la quarantena a chi è vaccinato anche se è entrato in contatto con un positivo – potrebbero produrre l’effetto opposto a quello desiderato e provocare un aumento di casi. Chi fino ad oggi restava in quarantena dopo essere entrato in contatto con un malato, secondo la nuova ordinanza in vigore dal 10 gennaio, potrà circolare liberamente e andare ovunque se vaccinato da meno di 4 mesi. Ma anche i vaccinati possono infettarsi e trasmettere il Covid: il rischio che la situazione peggiori non è così remoto. Talvolta – anche se raramente – anche dopo due dosi si può finire in terapia intensiva come accaduto all’ex campione di pugilato Maurizio Stecca. E non è il solo: il report di ottobre dell’ISS – Istituto Superiore della Sanità – evidenziava come tra le persone con più di 80 anni, la maggior parte dei degenti in rianimazione o dei deceduti con il Covid, fossero soggetti vaccinati con due dosi. Insomma: nella maggior parte dei casi il vaccino evita di finire intubati o morire a causa del virus ma non impedisce di contrarre l’infezione come non impedisce di contagiare altri. Per questo è importante continuare a rispettare le norme e non abbassare la guardia. Ma Enrico Letta resta convinto che il Super Green Pass resti la strategia migliore per contrastare il nuovo boom di contagi come ance sostiene il ritorno allo smart working. Contrario, invece, alla didattica a distanza e all’allungamento delle vacanze di Natale per i bambini non vaccinati proposto dall’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli.
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