Un negoziante di Napoli ha trovato un modo molto discutibile per pubblicizzare i suoi prodotti in vista di Capodanno. Nella Regione di Vincenzo De Luca infiamma la polemica.
A Napoli i botti di Capodanno stanno esplodendo con qualche giorno di anticipo. I botti della polemica. A far esplodere la situazione un negoziante del posto che, per pubblicizzare la propria attività di vendita di botti, ha messo in bella mostra la foto di un bambino – che avrà sì e no 10 anni – con un berretto e un cappuccio della felpa tirato su e in mano i fuochi d’artificio. Ma l’immagine volutamente minacciosa non era sufficiente e , così, il negoziante ha corredato il tutto con la vignetta: «V’abboff ‘e bott», ovvero «Vi riempio di botti». A questo punto si aprono due questioni: l’utilizzo di un minore ritratto volutamente in modo diseducativo e la promozione di botti che ogni anno provocano decine di feriti e anche qualche morto. Nel Capodanno del 2018 solo nella città di Napoli, nella notte di Capodanno, furono 35 le persone rimaste ferite tra cui diversi bambini piccoli.
E’ subito intervenuto l’assessore alle Politiche giovanili del comune di Napoli, Luca Trapanese, che ha dichiarato: «Credo che la pubblicità vada rimossa. È una questione educativa e morale. Personalmente non ho mai amato questa manifestazione di festeggiamento e trovo improprio l’utilizzo di minori per una pubblicità che può mettere a serio pericolo la vita delle persone. Ci sarebbe bisogno di approfondire e bisognerebbe vietare pubblicità come queste”. Tra l’altro, ha spiegato l’assessore, nelle medesime ore in cui il commerciante promuoveva i suoi botti, sul sito del Comune di Napoli uno spot incitava i cittadini a fare il contrario e cioè a non comprare i botti di Capodanno. L’azienda protagonista di questo spot non è nuova a questo genere di situazioni: lo scorso anno, sempre in occasione dei festeggiamenti natalizi, aveva proposto un manifesto con una donna vestita da Babbo Natale e con la scritta «Teng’o fuoco“. Si è capito che a questi commercianti poco importa del messaggio inviato ai consumatori. Come recitava un vecchio proverbio: che se ne parli bene o che se ne parli male, l’importante è che se ne parli.
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