La vitamina D può aiutarci contro il raffreddore durante l’inverno, un periodo dove spesso ci si ammala? Ecco lo studio pubblicato.
Quando ancora è forte il rischio di contagio da Coronavirus, c’è particolare attenzione anche verso i classici malanni stagionali, compreso ovviamente il più classico raffreddore.
Molto comuni durante l’inverno, dove si trascorre la gran parte del tempo della giornata al chiuso al contatto con altre persone, i raffreddori sono molto fastidiosi; in nostro potrebbe però ora arrivare la vitamina D, a quanto pare utilissima per sconfiggere questo malanno.
A quanto pare infatti, coi livelli bassi di vitamina D il raffreddore sarebbe capace di prendere maggiormente piene, mentre quando questi sono più alti (specie d’estate) sono meno diffusi.
La vitamina D può aiutare col raffreddore: lo studio effettuato
La vitamina D è maggiormente prodotta dal nostro organismo, specie a seguito dell’esposizione ai raggi del sole; proprio per questo, chi vive nei paesi meno luminosi (oppure è spesso in casa o con la pelle coperta) corre il rischio di avere livelli bassi della vitamina, specie d’inverno.
Una nuova ricerca effettuata mostra ora che la vitamina D, oltre ad essere fondamentale per la calcificazione delle ossa, svolge un ruolo fondamentale anche nella prevenzione per il raffreddore o altre influenze respiratorie.
Le persone con livelli di vitamina D più bassi hanno maggiori probabilità di avere un comune raffreddore rispetto a chi invece, ad esempio, assume degli integratori; oltre alle percentuali, un’ integrazione di vitamina D riduce la gravità e anche la durata di contrazione di questo malanno.
Basando lo studio su dei soggetti (alcune reclute militari) si è stabilito come chiunque avesse livelli alti di vitamina D fosse molto meno sensibile rispetto a tutti gli altri con bassi livelli della vitamina.
A questo punto, si è studiato l’effetto dell’integrazione durante l’inverno sui comuni raffreddori; per aumentare i livelli della vitamina, alcune reclute sono state sottoposte ad una luce solare simulata (radiazioni UV da un armadio per irradiazione di tutto il corpo) oppure gli è stata fatta ingerire vitamina D₃ per via orale.
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In questo modo, si è scoperto come l’integrazione non abbia in realtà ridotto le probabilità di contrarre il raffreddore, ma ha sicuramente ridotto (di circa il 36 %) la durata della malattia, abbassando del 15% la gravità dei sintomi.
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Per integrare correttamente questa vitamina D è sempre consigliato comunque esporsi al sole, con le dovute precauzioni e con una consueta saggezza da attuare in ogni circostanza (specie durante l’estate, dove per forza di cose c’è un contatto maggiore e più diretto col sole).