Il paradosso del Green Pass: aumentano i vaccinati ma aumentano anche i contagi. Anche chi ha fatto due dosi continua ad infettarsi.
Era il 22 luglio 2021 quando il Premier Mario Draghi dichiarava: “Il Green Pass è garanzia di trovarsi tra persone non contagiose”. A partire da quel momento divenne obbligatorio essere muniti di patentino per accedere a musei, cinema, teatri, palestre, piscine e per sedere ai tavoli interni di bar e ristoranti. Per ottenere il Pass le strade erano tre: essere guariti dal Covid, aver completato il ciclo vaccinale, esito negativo di un tampone rapido o molecolare. Dopo tre mesi il Pass divenne obbligatorio anche per andare a lavoro, seguire le lezioni all’Università e per portare i bambini a scuola. Di conseguenza aumentò il numero delle persone vaccinate poiché fare un tampone ogni due giorni per andare a lavoro è una spesa insostenibile per la maggior parte dei cittadini. Ma i contagi, a stretto giro, ricominciarono a salire dopo mesi in cui scendevano.
Che fare allora? Un’ulteriore stretta e il 6 dicembre arrivò il Super Green Pass: un Green Pass rinforzato rilasciato solo ai guariti e ai vaccinati. Da quel momento solo questi ultimi possono andare nei luoghi di svago e sedersi nelle sale interne di bar e ristoranti. Eppure i casi continuano a salire come anche i ricoveri. Il Governo, a questo punto, valuta di reintrodurre il tampone per tutti – vaccinati e non – almeno per accedere ai grandi eventi e ai turisti che entrano in Italia. Secondo l’ex Ministro della Salute, la Dem Beatrice Lorenzin, non si tratta di un fallimento della strategia dell’Esecutivo, nessuna falla: semplicemente una maggiore stretta a causa della nuova variante Omicron.
Eppure l’ultimo report dell’ISS – l’Istituto Superiore della Sanità – indica chiaramente che il Green Pass ha parecchie falle. A dimostrazione del fallimento del Pass, sul sito dell’ISS si legge che, nel periodo compreso tra l’11 novembre e il 12 dicembre 2021, tra i contagiati i vaccinati sono il doppio dei non vaccinati. Nello specifico, nel suddetto intervallo di tempo, sono stati registrati 205.394 casi positivi tra i vaccinati contro 114.674 tra i non vaccinati. È evidente che la proporzione resta a favore dei vaccinati in quanto i 205mila vaccinati positivi sono da considerarsi in relazione ad una platea di 46 milioni di italiani mentre i 114mila sono in relazione a 7,1 milioni di soggetti. Tuttavia, in termini assoluti, ci sono più vaccinati che non vaccinati tra i casi positivi di Covid.
Anche il laboratorio Altamedica di Roma, nel periodo giugno-novembre 2021 ha rilevato che, su 866 casi positivi, 623 – pari al 72% – erano persone vaccinate. Già a ottobre il report dell’ISS metteva in evidenza che, tra le persone con più di 80 anni, la maggior parte dei soggetti morti o in rianimazione con il Covid erano persone vaccinate con due dosi. Questo potrebbe essere legato al fatto che più soggetti si vaccinano e meno persone si sottopongono regolarmente ad un tampone. Ma, siccome anche dopo due o tre dosi di vaccino, resta possibile infettarsi e trasmettere in virus ad altri, molti vaccinati potrebbero essere positivi senza saperlo e, pertanto, contribuire alla diffusione del virus e all’aumento dei casi positivi.
Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più devastanti del nostro tempo, colpisce circa…
Il tumore è una delle patologie più diffuse a livello globale, eppure poche persone…
Una nuova minaccia sta mettendo in allerta i cittadini italiani, e potrebbe provenire direttamente dal…
Un'opzione nascosta su WhatsApp che potrebbe cambiare il modo in cui usi l'app ogni giorno.…
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…