Arriva da uno studio giapponese il vaccino contro l’invecchiamento cellulare. Vediamo insieme i dettagli a questo riguardo.
Il fenomeno dell’invecchiamento cellulare è sempre stato considerato uno dei più affascinati oggetti di studio scientifici. Per anni i ricercatori hanno sostenuto che, una volta scoperta l’origine della degenerazione delle cellule, si sarebbe potuti arrivati alla produzione di farmaci capaci di contrastarne le conseguenze. L’obiettivo sembrava impossibile, eppure sembra che degli scienziati giapponesi abbiano scoperto il percorso giusto da intraprendere: la loro scoperta potrebbe essere la più innovativa del XXI secolo.
LEGGI ANCHE —> Amore: ecco le buone abitudini di coppia da avere prima di andare a dormire
Il vaccino anti-age giapponese funziona? Ecco la verità
Gli ideatori del suddetto vaccino sono degli scienziati della Scuola di Medicina dell’Università Juntendo di Tokyo. La sperimentazione è stata effettuata sui topi e gli effetti sono sorprendenti: a seguito della somministrazione del farmaco, i roditori apparivano molto più attivi e le malattie dovute all’età sparivano progressivamente. La base della sperimentazione si collega allo studio delle cellule senescenti, ossia le cellule danneggiate che si depositano nel nostro corpo senza essere eliminate dal sistema immunitario (causa dell’invecchiamento dell’organismo).
La conseguenza principale dell’aumento delle cellule senescenti risiede nella comparsa di patologie neurodegenerative, cancro, malattie cardiovascolari e aterosclerosi, tutti fenomeni tipici dei soggetti più anziani. A fronte di questo, gli scienziati si sono resi conto che, eliminando le suddette cellule, si potrebbe allungare notevolmente la vita e la qualità della salute fisica.
LEGGI ANCHE —> Solstizio d’inverno tutto quello che c’è da sapere su questo giorno magico!
Un primo studio prevedeva la realizzazione di farmaci senolitici capaci di eliminare le cellule senescenti, tuttavia – con gli anni – esse continuano in ogni caso a riprodursi e di conseguenza andrebbero costantemente eliminate con l’assunzione giornaliera del farmaco. E’ proprio da questo intoppo che nasce l’idea del vaccino. In particolare, questi scienziati giapponesi hanno focalizzato uno studio sulla cellula senescente chiamata glicoproteina non metastatica del melanoma proteina B (GPNMB) ed è su di essa che è stato costruito il vaccino peptidico.
La sperimentazione pre-clinica (quella svolta sui topi) ha confermato dei risultati incredibili: effettivamente il farmaco riusciva a stimolare gli anticorpi nella distruzione della cellula GPNMB. Le conseguenze di tale effetto si riscontravano nella scomparsa progressiva delle molecole infiammatorie legate all’invecchiamento e delle placche arteriose.
“Abbiamo immunizzato i topi contro GPNMB e abbiamo riscontrato una riduzione delle cellule GPNMB-positive. La vaccinazione senolitica ha anche migliorato i fenotipi normali e patologici associati all’invecchiamento e ha esteso la durata della vita maschile dei topo progeroidi” – hanno dichiarato i ricercatori dell’Università di Tokyo. Ovviamente prima di somministrarlo alla popolazione, serviranno ulteriori sperimentazioni pre-cliniche (sui topi) e cliniche (sull’uomo). Fatto sta che la ricerca da loro effettuata rappresenta un importante punto di partenza per quella che potrebbe essere la scoperta più innovativa del XXI secolo.