Scovata truffa a Palermo. Vaccinavano con siringhe vuote in cambio di lauti compensi.
Dal 6 dicembre per poter continuare ad accedere a cinema, palestre, teatri nonché sale interne di bar e ristoranti è necessario essere muniti di Super Green Pass, un Pass rafforzato che viene rilasciato solo a chi è guarito dal Covid oppure a chi è vaccinato con due dosi. Mentre per salire sui mezzi del trasporto pubblico locale – treni regionali, bus, tram e metro – è necessario avere almeno il Green Pass di base per ottenere il quale basta anche solo l’esito negativo di un tampone. Certo non tutti possono permettersi di pagare un tampone ogni due o tre giorni ma molti non vogliono neppure vaccinarsi. Che fare dunque? A Palermo un’infermiera e altri avevano escogitato una truffa per consentire anche ai no vax di poter avere il Super Green Pass: vaccinazioni finte eseguite con siringhe vuote. La truffa sarebbe andata in scena all’hub vaccini della Fiera del Mediterraneo: la donna avrebbe versato il contenuto delle siringhe in una garza e per poi fare finta di iniettare la dose di vaccino a cittadini che non volevano vaccinarsi ma, per lavoro o altro, dovevano farlo. Le accuse per i tre fermati sono di corruzione, falso ideologico in atto pubblico e peculato.
Tutto ciò non veniva fatto gratuitamente: secondo quanto confermato dalla Digos l’infermiera riceveva fino a 400 euro per ogni finta inoculazione. Le vaccinazioni fasulle sarebbero state circa una decina: gli altri due indagati e i familiari di uno di essi più altre otto persone tra cui un’altra infermiera e un membro della Polizia in servizio alla Questura di Palermo. Per le Forze dell’Ordine, infatti, il vaccino è diventato obbligatorio così come per il personale scolastico: se non accettano di vaccinarsi vengono sospesi e senza stipendio. In seguito agli accertamenti, i falsi Green Pass sono stati bloccati. Uno dei complici dell’infermiera è Filippo Accetta, leader locale del movimento no-vax, protagonista anche di alcune manifestazioni nazionali. Rimasto disoccupato, attraverso le dirette Facebook invitava i cittadini a non cedere al vaccino. Per ottenere ulteriori riscontri, la Polizia ha effettuato una serie di perquisizioni sequestrando telefoni e computer. Nei dispositivi elettronici, secondo l’accusa, sarebbe possibile individuare una fitta rete di relazioni che promette ulteriori sviluppi per l’inchiesta.