La variante Omicron spaventa l’Europa. Pareri discordanti sulla sua gravità e su quali misure comporterà per i prossimi mesi.
Qualche giorno fa Ursula von der Leyen – presidente della Commissione Europea – a lanciato l’allarme sulla pericolosità della variante Omicron sostenendo che, da qui a un mese, diventerà predominante in Europa. Siccome si è ancora dubbiosi circa l’efficacia dei vaccini attualmente in uso su questa mutazione del Covid, il rischio è di trovarsi di nuovo punto e a capo, come durante la prima ondata. “All’orizzonte si profila Omicron che è ancora più contagiosa e sta provocando un numero di casi che raddoppia ogni due-tre giorni. Entro metà gennaio la variante identificata in Sud Africa diventerà dominante nel Vecchio Continente“- le parole di von der Leyen. Parle che, secondo alcuni, hanno il suono di una profezia degna di uno sciamano ma che sono totalmente prive di valore scientifico. A controbattere von der Leyen è intervenuto il professor Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di Virologia Molecolare del Policlinico “San Matteo” di Pavia. Baldanti ha sostenuto: “Non so cosa abbia spinto Von der Leyen a stabilire che Omicron diventerà dominante. Come si può dichiarare una cosa del genere sulla base di pre-dati che emergono da un contesto così diverso dal nostro? Un’affermazione come questa può essere suggestiva, ma nasce da un approccio più sciamanico che scientifico. Magari andrà davvero così, ma al momento non se ne ha certezza“.
L’esperto, fin dalla prima ondata, con la sua equipe, studia le mutazioni del Covid è sostiene che, per il momento è quasi impossibile dire come si comporterà Omicron. Al più si possono formulare ipotesi basandosi sul comportamento delle varianti che l’hanno preceduta. Ad esempio – sostiene Baldanti – la variante Alpha, la prima registratasi in Europa e nel mondo, grazie ai vaccini si è estinta salvo essere stata soppiantata dalla Delta. Il professore puntualizza che le mutazioni si generano in maniera casuale, poi vengono selezionate come vantaggiose o meno dalla pressione dell’ambiente, che, per quanto riguarda il Covid, è dovuta a due fattori: la possibilità di diffondersi e la barriera vaccinale che si trova di fronte. Infatti la Omicron si è diffusa moltissimo in Sudafrica dove la copertura vaccinale è molto bassa. Per il momento pare che, almeno lì, si sviluppi in forma lieve. Tuttavia bisogna precisare che l’età media della popolazione africana è decisamente inferiore rispetto a quella europea e, ancor più, italiana. Il medico specifica che se Omicron dovesse dimostrarsi più aggressiva, certamente dovranno essere aggiornati i vaccini. Ciò comporterà, pertanto, un’ulteriore dose dopo la terza come, del resto aveva già anticipato l’infettivologo del San Martino di Genova Matteo Bassetti che aveva paragonato il vaccino ad un’auto acquistata a rate. Baldanti conclude: “Queste varianti nuove nascono in posti dove la copertura vaccinale non è sufficiente. In Inghilterra Alfa è nata prima della campagna vaccinale, la Delta è nata in India, l’Omicron in Sudafrica. Finché tutto il mondo non sarà coperto, questo virus troverà il modo di infilarsi tra le pieghe”.