Una donna di etnia rom ha svaligiato un appartamento con l’aiuto della figlia di 9 anni. La donna era incinta.
Occupazioni abusive di appartamenti e furti, specialmente nelle periferie delle grandi città, stanno diventando un problema di crescente importanza. A Roma un uomo di 86 anni ha dovuto attendere quasi un mese per poter rientrare nella propria casa che era stata occupata da una rom mentre lui si era assentato per fare visite mediche. Non migliore la situazione nel capoluogo lombardo. A Milano, in via del Giambellino, la sera del 12 dicembre gli agenti della squadra mobile hanno fermato una nomade croata di 33 anni subito dopo il furto in un appartamento. La donna è stata arrestata in flagranza di reato mentre lasciava la casa appena svaligiata. Ad allertare le Forze dell’Ordine sono stati i vicini insospettiti da rumori insoliti. Quando gli agenti sono arrivati in via del Giambellino hanno trovato la donna con addosso la refurtiva. la nomade non era sola: con lei una bambina usata come complice.
Ma non è tutto: la 33enne era in stato di gravidanza. Per l’esattezza la donna ha detto di essere incinta di sette mesi e la sua piccola complice di 9 anni è una dei suoi figli.Già perché di figli ne ha ben 8: questa è la sua nona gravidanza. La giovane vive in un camper e questa non è la prima volta che viene fermata dai Poliziotti: è accusata di aver messo a segno 18 colpi per i quali dovrebbe scontare 57 anni di carcere che, il Tribunale di genova, ha rdotto a 30. Ma, al momento, la nomade non ha trascorso nemmeno un giorno dietro le sbarre proprio per la sequenza di gravidanze che la donna ha avuto. E anche questa volta, infatti, dopo l’arresto i Poliziotti non hanno potuto dare seguito all’esecuzione di carcerazione e la nomade è stata accompagnata alla clinica Mangiagalli di Milano. Secondo quanto stabilito dalla legge, la donna dovrà essere processata per direttissima ma visto lo stato avanzato della gravidanza, è molto probabile che nemmeno questa volta potrà essere condotta dietro le sbarre. Non è la prima volta che, in Italia, si verificano situazioni come questa. Pochi mesi fa è stata la volta di un’altra 33enne condannata a scontare 30 anni. Anche in questo caso le 12 gravidanze avevano sempre salvato la donna – una nomade di origine bosniaca – dalla galera.