Sei nato in inverno? Allora sei fortunato, uno studio ha rivelato che i nati nella stagione fredda vivono più a lungo.
Siete nati in inverno? Uno studio ha rivelato che i bambini nati in inverno hanno un’aspettativa di vita più elevata rispetto a tutti coloro che sono nati nei mesi più caldi. La ricerca, svoltasi in Spagna, può portare conseguenze importanti nella gestione dei sistemi pensionistici ed assicurativi in tutto il mondo. Vediamo i dettagli.
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Lo studio dell’Università di Valencia
A fronte di uno studio pubblicato sul Journal of the Royal Statistical Society, condotto dagli scienziati dell’Università di Valencia, è emerso che i bambini nati in inverno hanno in media un’aspettativa di vita più elevata di tre mesi, rispetto ai nati in estate. L’analisi delle statistiche ha tenuto come riferimento l’andamento demografico di 180 milioni di persone in tutto il mondo, per poi associare questa tendenza ai sistemi di gestione pensionistici. I dati presi in considerazione sono relativi alla fascia temporale 2005/2008 e, in effetti i conti tornano perfettamente.
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Ma qual è il motivo di questa ‘fortuna’? A quanto pare, la ragione risiede negli agenti atmosferici che i bambini devono affrontare appena nati. I nati in inverno sono prossimi a vivere la stagione estiva, più calda e assolutamente meno rigida. Ecco perché hanno più tempo di formare le difese immunitarie e la forza fisica adeguata. I bambini nati in estate invece, si ritrovano dopo poco tempo a dover affrontare le temperature fredde e gelide dei mesi invernali e questo potrebbe portare ad una debilitazione non indifferente. Ecco quindi dove risiede la differenza fondamentale.
La scoperta di questo dato statistico, se approfondita, potrebbe risultare estremamente efficace ed importante per la gestione di sistemi pensionistici ed assicurativi: “Affrontare questo tema offre nuove possibilità per migliorare i sistemi di calcolo delle aspettative di vita associate a una persona, con possibili ripercussioni sulla gestione dei servizi pensionistici […] e sulla valutazione dei piani assicurativi”. Tutte le informazioni riguardo il seguente studio sono state pubblicate anche dall’AGI (Agenzia Giornalistica Italia).