Un caso sospetto di bambini sottratti alla madre a Torino. Indagata la stessa psicologa dei fatti di Bibbiano.
I fatti di Bibbiano non sono ancora un lontano ricordo. Forse, per molte famiglie, non lo saranno mai. Nel silenzio della Politica sono arrivate le prime condanne ma le vite di quei bambini saranno segnate a vita. Ora l’incubo rischia di ripetersi, questa volta teatro della tragedia è Torino. La procura ha già avviato un’inchiesta per verificare un caso sospetto di affidi in cui sono coinvolti due fratellini sottratti alla loro madre e dati successivamente in affidamento a una coppia omosessuale. Al momento tre sono gli iscritti nel registro degli indagati tra cui la psicologa Nadia Bolognini, già nota alle cronache proprio per la vicenda di Bibbiano.
L’indagine fu avviata un anno fa, su spinta del pm Giulia Rizzo, e riguarda, nello specifico, il caso di due bambini – ratellino e sorellina – di nazionalità nigeriana che furono sottratti alla madre naturale e dati in affido ad una coppia omosessuale – composta da due donne – dal 2013 al 2016. Secondo gli inquirenti, le due mamme affidatarie avrebbero fatto pressione sui due bambini al punto da insinuare dubbi circa le loro origini. Per questo motivo, nella giornata di venerdì 3 dicembre, i Carabinieri hanno notificato il divieto di avvicinamento alle due donne coinvolte nelle vicenda. I piccoli ora sono stati collocati presso una comunità. Con il supporto degli esperti si cercherà di far ricucire il rapporto tra i bambini e la loro vera mamma a cui sono stati sottratti.
Oggetto dell’inchiesta della Procura di Torino, anche le modalità di affido. Da quanto emerso, dopo aver ottenuto l’affidamento dei due bambini, le due mamme affidatarie si sarebbero subito rivolte alla psicoterapeuta Nadia Bolognini, la stessa coinvolta nelle vicende di Bibbiano. La psicologa avrebbe sostenuto che uno dei due fratellini sarebbe stato abusato dal padre. La psicologa sarebbe giunta a tale diagnosi dopo aver visionato alcuni disegni – ritenuti sospetti – fatti dal bimbo e a seguito di alcuni colloqui intercorsi tra il bambino e la professionista di cui, però, mancano le registrazioni. Sulla base delle prime ricostruzioni a Bolognini viene contestata l’ipotesi di reato per falso ideologico. I Carabinieri di Torino hanno già rovveduto alla perquisizione dell’abitazione della psicoterapeuta nonché al sequestro di computer, telefono e cellulare.