Il Governo spinge per iniziare a vaccinare i bambini contro il Covid. Ma secondo alcuni pediatri la vera emergenza è un’altra.
Il Governo accelera sulla vaccinazione per i bambini della fascia di età 5-11. Nonostante, tra i minori, i decessi legati al Covid siano stati solo 35 in due anni, medici e politici vogliono iniziare già prima di Natale con le inoculazioni ai più piccoli. In effetti nel reparto di Padiatria dell’ospedale Bufalini di Cesena i letti sono tutti occupati. Ma non per il Covid. A dirlo il primario, il dottor Marcello Stella: “Da due settimane non ci sono da noi bambini contagiati dal Covid, ci sono però molti piccoli pazienti affetti da bronchiolite. La nostra Pediatria cura i bambini e i ragazzi fino al 17 anni. La totalità dei 20 posti letto oggi è occupata da bimbi affetti da bronchiolite, ustioni e traumi” – le parole del medico. Stella spiega che la bronchiolite lo scorso anno era diminuita in quanto le misure anti Covid come distanziamento e mascherina, avevano tutelato i bambini. Quest’anno, invece, un nuovo picco: “E’ una malattia che colpisce i bimbi da pochi mesi a due anni ed ha un andamento ciclico biennale, ossia ogni due anni il picco si alza. L’anno scorso le misure di distanziamento hanno influito anche sui casi di bronchiolite che, invece, quest’anno è esplosa. Basta che un bimbo venga a contatto con qualcuno che ha un raffreddore e la malattia si può presentare con tutti i suoi sintomi“. Forse la troppa sicurezza data di tamponi – spesso falsi negativi – e dai vaccini – che non impediscono di contrarre il virus né di trasmetterlo – ha indotto molte persone ad abbandonare troppo preso le misure di protezione e questo potrebbe aver favorito non solo la risalita dei contagi di Covid ma anche i casi di bronchiolite tra i bambini. Come ha spiegato il dottor Giorlandino, forse, il Green Pass potrebbe aver favorito l’aumento dei casi anziché contrastarlo. Quest’anno, infatti, nelle pediatrie romagnole si ritrovano ad avere almeno dieci casi gravi di bronchiolite da affrontare solo con macchine per l’erogazione di ossigeno umido a temperatura ambiente donati dalla popolazione negli anni passati.
Per quanto riguarda, invece, il Coronavirus, Stella puntualizza che presso il loro nosocomio non hanno mai avuto alcun bambino in terapia intensiva poiché affetto da una grave forma di Covid. Grazie alla prontezza dei pediatri di famiglia, tutti i bimbi sono stati curati a casa, senza necessità di ricovero. Non solo: anche i piccoli nati da madri positive al virus, sono nati sani. Eppure i numeri non mentono: in Italia ci sono stati 35 giovanissimi morti con il Covid. “Non conosco le loro cartelle cliniche, verrebbe da dire che si tratti di bambini fragili, in cui coesistono altre malattie” – sostiene il dottor Stella. Pertanto – stando alle parole del medico – nei bambini, specialmente se piccoli, il Covid diventa grave e, dunque, potenzialmente letale solo in presenza di malattie preesistenti o di un sistema immunitario deficitario per vari motivi. Per questa ragione, Stella ci va cauto per quanto riguarda la vaccinazione nella fascia 5-11 anni. O meglio: alcuni bambini hanno urgenza di essere vaccinati – a detta del pediatra – ma non tutti. “L’accordo totale degli operatori è sull’importanza della vaccinazione nei bambini che hanno patologie di base che li espongono maggiormente agli effetti gravi del coronavirus. Questi hanno una priorità nelle necessità del vaccino. Le società scientifiche pediatriche ne consigliano la vaccinazione, ma attraverso un confronto con i pediatri di famiglia”.
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