L’ipotesi che tutti gli italiani temono – un nuovo lockdown generalizzato- non è così remota. Secondo voci di corridoio a gennaio potrebbero tornare pesanti restrizioni per tutti.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid (attualmente positivi, morti e guariti) sono saliti di 12.877 unità. Da ieri 90 morti e 6451 guariti. I casi attualmente positivi salgono a 178.946, +6328 rispetto a ieri. I ricoveri aumentano di 78 unità mentre in terapia intensiva +18 assistiti da ieri.
Super Green Pass e poi?
Nelle intenzioni dichiarate dal Governo, il Super Green Pass – che entrerà in vigore il 6 dicembre e, salvo proroghe, sarà valido fino al 15 gennaio – è mirato a contrastare la quarta ondata di Covid e ad evitare nuovi lockdown. Certo per chi non è vaccinato e non intende farsi inoculare il farmaco anti Covid, di fatto, sarà un quasi lockdown: niente cinema, teatri, palestre, bar e ristoranti nemmeno se muniti dell’esito negativo di un tampone. E pure per salire su autobus, tram, metropolitane e treni regionali sarà necessario il patentino verde. Il Premier Mario Draghi ha puntualizzato di aver deciso per questa ulteriore morsa sui no vax proprio per garantire un “Natale normale” a chi è vaccinato. Ma dopo Natale che succederà? Se i contagi di Covid e i ricoveri non dovessero scendere o dovessero addirittura aumentare nonostante il Super Green Pass, allora l’Esecutivo come si muoverà?
Voci di corridoio sostengono che Draghi, in realtà, un piano già lo abbia. “Fino al 18 gennaio non ci sarà nessun lockdown, qualunque cosa accada sul fronte della pandemia. Draghi non farà mai tornare l’Italia in lockdown finché sarà a palazzo Chigi, sarebbe un suo enorme fallimento altrimenti” – le parole dell’onorevole Vittorio Sgarbi intervistato da Affari Italiani. Fino al 18, quindi, nessuna chiusura, nessun coprifuoco e, i vaccinati, potranno continuare a fare tutto come già da mesi. Ma, secondo il critico dell’Arte, qualora Draghi salisse al Colle, tutto potrebbe ribaltarsi: “L’elezione del Presidente della Repubblica è fissata per il 18 gennaio, dopo quella data, quando Draghi sarà al Quirinale e laddove la situazione fosse critica, allora potrebbe scattare il lockdown ma con un altro Premier a Palazzo Chigi“. Dalle parole di Sgarbi, dunque, emerge che la decisione di decretare o no un nuovo lockdown generale si fondi più un piano politico che sulla reale situazione pandemica.
Non si esclude, quindi, che anche chi è vaccinato con due o tre dosi, dopo il 18 gennaio, possa ritrovarsi nuovamente nello scenario del 2020: chiusura alle ore 18 di bar, ristoranti ed esercizi commerciali ritenuti non essenziali; chiusura totale di palestre, piscine, teatri, cinema e impianti sciistici e ritorno del coprifuoco alle ore 22 o, forse, alle ore 21. Qualcuno parla anche di un possibile ritorno all’autocertificazione per uscire di casa. Un nuovo lockdown a tutti gli effetti che potrebbe durare non meno di 4 settimane. Per il momento si esclude, invece, l’ipotesi d’introdurre il vaccino obbligatorio come ha fatto l’Austria. Sgarbi su questo punto chiarisce la sua posizione: “Sono contrario a tutti i Green Pass. Qual è la loro funzione? Impedire ad uno non vaccinato di contagiare un vaccinato? Non ha senso. Se piove io prendo l’ombrello ma non posso arrabbiarmi con chi non ce l’ha, fatti suoi. Vista la posizione del Governo, allora avrebbe avuto più senso rendere obbligatorio il vaccino ma poi sarebbe scattato l’obbligo del risarcimento dei danni”.