Il filosofo Massimo Cacciari – ex sindaco di Venezia – si scaglia duramente contro l’ulteriore stretta sul Green Pass profilata dal Governo.
Martedì 24 novembre l’Esecutivo di Mario Draghi si è riunito per stringere ulteriormente la morsa attorno a chi ancora rifiuta il vaccino anti Covid. La stretta dovrebbe comportare ulteriori restrizioni e un Green Pass rafforzato, un Super Green Pass. Se le proposte dei governatori regionali e di buona parte del Governo troveranno accoglimento, chi non è vaccinato non potrà più nemmeno mettere in naso in bar e ristoranti, nemmeno per consumare al bancone o ai tavoli esterni. Mentre per entrare in cinema, teatri e palestre non sarà più sufficiente esibire il risultato negativo di un tampone molecolare o rapido. Con il Super Green Pass il tampone sarà accettato solo su aerei e treni o per recarsi a lavoro e non è escluso che diventi obbligatorio essere muniti di Pass anche per poter salire sui mezzi pubblici locali come bus, tram e metropolitane. Non sarà un vero e proprio lockdown come in Austria ma ci si avvicinerà molto. L’obiettivo è spingere tutti alla vaccinazione.
Contro questa ulteriore stretta si è espresso duramente il filosofo – nonché ex sindaco di Venezia – Massimo Cacciari. L’ex primo cittadino della Serenissima ha sottolineato che, tanto non vaccinati quanto vaccinati, possono infettarsi e contagiare. Pertanto – a suo dire – queste nuove restrizioni sarebbero inutili, ingiustificate e incostituzionali. “La nuova stretta sul Green pass è gravissima, intollerabile e anticostituzionale. I vaccinati possono infettare, infettarsi e ammalarsi gravemente, quindi a livello sanitario non ha senso continuare a vaccinarsi con questo che non è un vaccino come dicono tanti scienziati e anche il presidente della Bayer. O il Green pass diventa una carta d’identità e noi ogni 6 mesi siamo costretti a vaccinarci oppure cambiamo strategia. Non si può più vederla come un’emergenza perenne. Lancio un appello: non facciamo la follia di obbligare alla vaccinazione gli adolescenti che non rischiano nulla” – le parole del filosofo ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. Le parole di Cacciari trovano conferma nel report di ottobre dell’Istituto Superiore della Sanità secondo il quale, la maggior parte dei ricoverati o dei deceduti con il Covid – sopra gli 80 anni – erano soggetti vaccinati con due dosi.
Cacciari si era già espresso duramente contro la gestione della pandemia dell’ex premier Giuseppe Conte e non fa sconti neppure all’attuale primo ministro Mario Draghi che, secondo il filosofo, tenta strade alternative per imporre un obbligo senza, tuttavia, assumersene la responsabilità. Detto altrimenti, secondo Cacciari il Governo, con questa nuova stretta sul Green Pass e la necessità di essere vaccinati per accedere a determinate realtà sociali, lo Stato sta, implicitamente, rendendo il vaccino obbligatorio. Ma non rendendolo ufficialmente obbligatorio si sottrae alla responsabilità di farsi carico di eventuali reazioni avverse. L’ex sindaco di venezia ha dichiarato: “Siamo arrivati a livelli davvero intollerabili. Prima almeno c’era ancora la foglia di fico del tampone, se cade anche questa allora è diventato un obbligo, quindi occorre che ci sia una piena assunzione di responsabilità da parte delle autorità, quindi un obbligo esplicito alla vaccinazione senza se e senza ma. Dunque un’assunzione di responsabilità su tutto, dato che da molte evidenze scientifiche si parla di correlazioni possibili tra certe categorie ed effetti dovuti alla vaccinazione. Invece adesso quando vai a vaccinarti sottoscrivi una dichiarazione in cui elimini ogni responsabilità dello Stato e delle case farmaceutiche”.
Anche per quanto concerne le somministrazioni delle terze dosi su cui il Governo e i medici stanno spingendo molto, il filosofo – come ogni filosofo dovrebbe fare – si pone domande e nutre dubbi. Infatti Cacciari si chiede a quale pro continuare a somministrare dosi e, soprattutto, fino a quando. Intervistato dal Corriere della Sera, ha asserito: “E dopo le terze dosi ci saranno le quarte, le quinte e le seste? Se per decretare la fine dell’emergenza aspetteremo che non sia più un ricoverato o un malato in terapia intensiva, passeremo dallo Stato di Emergenza allo Stato di Eccezione”. Infine, passando da un piano scientifico ad uno squisitamente giuridico, il professore ricorda che la Costituzione non impone, in nessun caso, il sacrificio del singolo in nome della collettività. In risposta a chi chiede che il vaccino può essere imposto e la Costituzione lo prevede o a chi continua a ripetere che non vaccinarsi è da egoisti, il filosofo spiega: “La Costituzione italiana non prevede il sacrificio di una persona per non danneggiare gli altri. Non può esistere una regola per cui io mi assumo un rischio per il beneficio di terzi. Nessun ordinamento sulla faccia della Terra lo prevede”.