Piercamillo Davigo, ex magistrato dell’inchiesta di Mani Pulite, ha mostrato il suo disappunto rispetto alla possibilità di vedere Berlusconi al Quirinale.
Piercamillo Davigo, saggista ed ex magistrato del pool Mani Pulite, ha espresso un fragoroso disappunto rispetto alla possibilità di vedere Silvio Berlusconi al Quirinale. Non è il primo personaggio pubblico a schierarsi manifestamente contro questa possibilità: recentemente, sia De Benedetti che Toninelli hanno espresso opinioni affini a quella dell’ex magistrato per quanto riguarda la possibile candidatura di Berlusconi al Quirinale.
Nell’intervista svoltasi per La7, il conduttore Giovanni Floris ha stuzzicato l’ex magistrato, andando a chiedergli una domanda che ha innescato la reazione immediata di Davigo. Alla domanda di Floris: “E se Berlusconi fosse presidente della Repubblica, tra qualche mese?”, l’ex magistrato di Mani pulite ha subito risposto, d’istinto: “Mi vergognerei ancora di più di essere italiano”. Parole dure rispetto all’ex presidente del Consiglio. Tra i due, già da tempo, non corre buon sangue. Davigo aveva già espresso la sua visione negativa del Cavaliere all’interno di un suo libro pubblicato recentemente. Nel libro, l’ex magistrato aveva analizzato le sentenze di due processi che avevano coinvolto Berlusconi, giudicando il leader di Forza Italia non come un innocente, ma come un colpevole che non è stato condannato.
Da ciò, il commento dell’ex magistrato rispetto alla possibile candidatura del Cavaliere a presidente della Repubblica non sconvolge affatto, facendo parte di un confronto che va avanti da diverso tempo. Nella stessa puntata del programma di Floris su La7, diMartedì, Davigo ha commentato la vicenda che lo vede indagato con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. In riferimento a coloro che gli fanno notare che adesso è proprio l’ex magistrato a vivere la giustizia dalla parte opposta del tavolo, Davigo risponde che “non è un cerchio che si chiude”. L’ex magistrato ha inoltre aggiunto che, a suo dire, tale imputazione è sconclusionata. Inoltre, Davigo non prova rammarico né se la prende con la Procura, in quanto si difenderà nelle sedi opportune.