La banda di romeni che percepiva indebitamente il Reddito di Cittadinanza è stata arrestata tramite un’indagine della Guardia di Finanza.
Minacce, violenze, intimidazioni. Così la banda di 16 romeni sgominata dalla Guardia di Finanza si appropriava indebitamente del Reddito di Cittadinanza. Non sono i primi “furbetti del reddito”: altre indagini avevano portato alla scoperta di oltre 700mila euro bruciati in redditi di cittadinanza percepiti indebitamente. Un duro colpo per il Movimento 5 Stelle, artefice del sussidio in questione.
Dunque, la banda di romeni è finita in manette per l’appropriazione indebita del sussidio grillino. Una dichiarazione di un operatore del Caf di Milano è emersa nelle ultime ore, nella quale viene riportato che gli individui in questione erano soliti agire con pesanti intimidazioni e minacce ai danni degli impiegati della struttura, al fine di ottenere il reddito. Al rifiuto dell’impiegato e del titolare di cedere alle richieste della banda, dopo qualche giorno, all’apertura del patronato la serranda era divelta e l’insegna era fuori dalla sua sede.
Le autorità definiscono l’agire dei romeni come “condotta minacciosa”, e tale comportamento ha portato all’appropriazione di 20 milioni di euro. Le società colpite dai romeni erano il Patronato Sias, la Nova Servizi e i Caf del Movimento Cristiano Lavoratori. In questi luoghi, i soggetti incriminati si presentavano al fine di portare e domande all’Inps, in cambio di grandi somme di denaro. Gli operatori che decidevano di opporsi alle richieste criminali della banda venivano minacciati in modo sistematico.
Il testimone del Caf ha riportato alle Fiamme Gialle che una donna del gruppo, tale Izabela Stelica, aveva iniziato a urlare in romeno, insultando gli impiegati dell’ufficio. La donna è stata esortata dal capo ad andare via. Un paio di giorni dopo, la serranda del Caf era rotta. Lo stesso giorno della serranda danneggiata, un altro membro della banda, un 30enne romeno “alto, grosso, palestrato e tatuato” si è recato presso il Caf per insultare e minacciare con un cacciavite l’impiegato. Il capo è rimasto fermo nella sua posizione, ma ha dovuto cedere alle minacce e al comportamento iracondo dell’individuo. Così la banda otteneva ciò che voleva.
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