Roma, poliziotto muore ma era vaccinato: “Il Green Pass aumenta le probabilità di contagio”

Un poliziotto di 59 anni deceduto con il Covid nonostante avesse già ricevuto le due dosi di vaccino. Nell’Arma qualcuno lamenta i pochi controlli proprio a causa del Green Pass.

Spencer Platt/Getty Images

 

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid sono saliti di 8516 unità. Da ieri 68 morti e 4715 guariti. I casi attualmente positivi salgono a 110.659, +3739 rispetto a ieri. Aumentano anche i ricoveri: 3525, +16 mentre in terapia intensiva 445 assistiti, +23 da ieri.

Poliziotto muore di Covid: era vaccinato

Massimo Biazzetti aveva appena 59 anni e lavorava a Frascati – Roma – nella Polizia di Stato, era un commissario per la precisione molto conosciuto e apprezzato tra i colleghi e non solo. Nella notte tra l’8 e il 9 novembre se ne è andato. Il 59enne era da giorni ricoverato nel reparto di malati gravi del Covid presso Hospital di Casal Palocco. Biazzetti, secondo quanto si apprende, come da protocollo aveva effettuato entrambe le dosi del vaccino anti Covid. Eppure il virus non lo ha risparmiato. A riconferma che, anche dopo il vaccino, è comunque possibile infettarsi e contagiare. E, per questo – sottolineano sempre gli esperti – è necessario non abbassare mai la guardia e continuare a rispettare le regole: lavarsi frequentemente le mani, mascherina e distanziamento sociale. Massimo lascia la compagna – Sandra Ardito, anch’ella agente di polizia locale a Frascati – e due figli adolescenti.

Biazzetti era arrivato 5 anni fa al Commissariato di Polizia di Frascati. Prima era in servizio presso un commissariato della Capitale. Il segretario Generale di Roma Luca Andrieri del Sindacato della Polizia di Stato LeS, nell’esprimere il suo cordoglio e la sua vicinanza alla famiglia del defunto, ha ricordato quanto sarebbe importante effettuare controlli regolari, cioè tamponi. Spesso, infatti, gli agenti si trovano ad arrestare soggetti che non indossano la mascherina e che potrebbero essere infetti: “Ci stiamo attivando su più fronti per contenere le situazioni di rischio di contagio in cui possono trovarsi gli operatori di polizia a contatto con l’utenza del territorio. Gli operatori di polizia sono sempre a rischio. Non è la divisa che fa da scudo al virus. Inoltre, secondo Andrieri, paradossalmente, aver introdotto il Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro starebbe producendo l’effetto opposto rispetto a quello desiderato: ovvero anziché diminuire i contagi tornano a crescere e i numeri delle ultime settimane lo dimostrano. Infatti chi ottiene il Green Pass dopo due dosi di vaccino, non viene più sottoposto a tampone. Pertanto potrebbe essere positivo al Covid senza saperlo e, di conseguenza, contagiare altre persone. Andrieri ha specificato: Il Green Pass non è uno strumento atto a diminuire le probabilità di contagio, ma anzi, sembra essere l’esatto contrario, visto che i possessori del certificato non sono sottoposti a periodici controlli e sono esposti a rischio di contagio in egual modo di un non vaccinato, che tuttavia si sottopone e regolarmente a tampone ed è più facile da rintracciare in caso di positività al virus”.

Le affermazioni del sindacalista, pertanto, disegnano una realtà molto distante da quella di chi, al contrario, vorrebbe che il Green Pass venisse rilasciato solo a chi è vaccinato e non a chi si sottopone ogni due giorni al tampone. Una realtà molto distante da quella del virologo del san Raffaele di Milano, il professor Roberto Burioni secondo cui chi non fa il vaccino ma il tampone “va evitato come chi non si lava e puzza“. Il medico, infatti, da sempre a sostegno del vaccino è contrario a chi si sottopone regolarmente al test – molecolare o rapido – per poter avere il patentino necessario per lavorare. Addirittura ha deciso di non mettere più piede nei supermercati NaturaSì per la politica aziendale di pagare i tamponi ai dipendenti che non vogliono vaccinarsi.

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