Reddito di Cittadinanza, gli stranieri avranno più assegni

Il Governo Draghi al lavoro per apportare modifiche al Reddito di Cittadinanza. Il sussidio a firma Cinque Stelle, così com’è, non sta portando agli esiti sperati.

Getty Immages/Hanna McKay

Difeso a spada tratta dal leader pentastellato Giuseppe Conte, il Reddito di Cittadinanza, tuttavia, non sembra aver portato agli esiti sperati. A fronte di migliaia di furbetti scoperti ogni giorno dalle Fiamme Gialle, sembrano ben pochi quelli che hanno effettivamente trovato un lavoro stabile dopo aver beneficiato del sussidio sostenuto dai grillini. E così l’esecutivo di Mario Draghi è già al lavoro per apportare alcune sostanziali modifiche alla misura approvata durante il Governo Conte. Il presidente del Comitato scientifico, la sociologa Chiara Saraceno, ha suggerito – come prima modifica – di abbassare il requisito di residenza in Italia per gli stranieri da 10 a 5 anni: “Gli stranieri legalmente residenti sono solo il 30% dei poveri. Abbassare il requisito di residenza costerebbe allo Stato 300 milioni per portare dentro altre 68mila famiglie” – ha spiegato Saraceno. Una misura che difficilmente potrebbe essere inserita nella manovra con un emendamento, durante il passaggio parlamentare, perché il Centrodestra, la Lega in particolare, potrebbe mettersi di traverso.

La seconda modifica proposta dal Comitato scientifico riguarda la soglia di accesso al Rdc e il suo importo nei nuclei familiari di diversa composizione. Secondo gli esperti, infatti, la scala attualmente utilizzata penalizza le famiglie con più minori rispetto a quelle di piccole dimensioni. Si propone, inoltre, di differenziare il contributo per l’affitto in base alla dimensione del nucleo familiare. Tuttavia, specialmente nelle grandi città, ci sono famiglie di grandi dimensioni – per lo più di stranieri ma non solo -che vivono in case popolari dove l’affitto è più basso. Mentre famiglie di dimensioni più ridotte che pagano un affitto più alto perché non riescono ad ottenere un alloggio popolare.

Un’ulteriore modifica proposta dai tecnici consiste nel calcolare un eventuale reddito da lavoro solo per il 60%, senza limiti di tempo. Altrimenti, ad oggi, ad un percettore del sussidio non conviene accettare un lavoro. A dimostrazione di ciò, qualche tempo fa un bracciante ha aggredito il datore che voleva regolarizzarlo per timore di perdere il Reddito di Cittadinanza. Eliminare l’obbligo di Disponibilità immediata al lavoro è un’altra proposta del Comitato che affianca l’Esecutivo Draghi congiuntamente al rivedere i criteri per definire un’offerta di lavoro congrua e quindi non rifiutabile. Si propone di rimodulare l’entità minima della retribuzione in base all’orario di lavoro, considerare congrui non solo lavori con durata minima non inferiore a tre mesi ma anche contratti non inferiori ad un solo mese ed eliminare le disposizioni che fissano il distanziamento del luogo di lavoro entro 250 chilometri dalla residenza. Le modifiche si estendono anche ai possibili datori di lavoro. I tecnici suggeriscono di estendere l’incentivo alle aziende per assunzioni con contratto a tempo indeterminato con orario parziale. Infine, l’ultima miglioria proposta, consiste nell’abolire l’obbligo di spendere l’intero contributo economico entro una scadenza predefinita e ridurre i vincoli sull’utilizzo della carta.

 

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