Si ritorna all’ora solare e gli orologi vanno aggiornati. Ma attenzione, spostare le lancette può causare la depressione invernale
Dal 31 ottobre 2021 è tornata in vigore l’ora solare, di conseguenza sono diminuite le ore di luce e hanno subito un cambiamento anche le nostre vite. L’ora solare, infatti, non è un semplice cambio di ora, ma ha un senso ben preciso, così come le sue possibili conseguenze.
Ogni anno, infatti, si fa strada il dibattito tra chi è d’accordo con l’alternanza tra ora legale e ora solare e chi, invece, vorrebbe che ci fosse un unico orario per tutto l’anno. A supporto di quest’ultima tesi vi è il fatto che spostare le lancette indietro di un’ora potrebbe causare la depressione invernale.
Con il ritorno dell’ora solare, guadagneremo un’ora di sonno in più (chiaramente solo il primo giorno del nuovo orario) e sposteremo indietro di un’ora le lancette dell’orologio. Il sole sorgerà prima, ma il buio arriverà con circa un’ora di anticipo.
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Con l’arrivo dell’oscurità già nelle tarde ore del pomeriggio (come avverrà nei mesi di metà novembre, fino a gennaio inoltrato), ci sarà chi inizierà a patire il cosiddetto “winter blues”, termine che indica la malinconia o “depressione invernale”.
Questo rappresenta una vera e propria condizione clinica che si manifesta con la diminuzione dell’energia motoria, il rallentamento psicomotorio e una continua sonnolenza. Per alcuni soggetti, questo può influire in maniera anche molto importante sulla propria condizione di vita.
Spostare le lancette, evidentemente, introduce la stagione invernale con l’aumento delle ore di buio durante la giornata e questo potrebbe far aumentare i casi della cosiddetta “SAD”, ovvero il “Disturbo Affettivo Stagionale”. Questo si manifesta con numerosi eventi depressivi, tristezza e poca voglia di svolgere attività.
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Ad influire su questa situazione non è solo il cambio di orario, ma anche altri fattori come lo stress lavorativo, difficoltà quotidiane e tendenza alla depressione. Le forme più lievi di SAD possono essere trattate con semplice melatonina che fornisce un equilibro al ritmo “sonno-veglia”. Per i casi più gravi, invece, di solito si ricorre alla terapia antidepressiva. È importante, quindi avvisare il proprio medico e parlare apertamente del problema.
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