Il paese sta vivendo un momento molto difficile: le pensioni nel 2021 verranno svalutate notevolmente. Ecco perché.
L’Italia sta affrontando un momento molto difficile: tra la pandemia di COVID-19, le crisi politiche e gli attuali disordini, diventa ovvio pensare che il nostro paese ancora fatichi a riprendersi. Oltre a questo, a causa del calo del Pil, molto probabilmente – dopo il 2021 – le pensioni verranno svalutate notevolmente. A confermare questa ipotesi, sono le ultime analisi del Istat riguardo al Prodotto Interno Lordo. Ecco cosa succederà nel dettaglio.
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Le ultime analisi dell’Istat hanno rilevato un calo del Prodotto Interno Lordo. Il calcolo della cifra pensionistica si effettua sulla base del valore del tasso annuo di capitalizzazione, il quale è relativo al montare contributivo. Quest’ultimo dato è fortemente influenzato dall’andamento del Pil, il quale – nel periodo che va dal 2016 al 2020, è risultato particolarmente negativo. Di conseguenza, le pensioni dal 2021 risulteranno svalutate rispetto agli anni precedenti.
E’ stato il Ministero del Lavoro a confermarlo, attraverso la seguente nota: “Il tasso medio annuo, composto da variazione del Pil normale, nei cinque anni precedenti al 2021, risulta pari a – 0,000215 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione è pari a 0,999785″. In sostanza, il Pil è calato dell’8,9%.
Un tasso di rivalutazione inferiore a 1, porta inevitabilmente ad una diminuzione dell’importo pensionistico pari al 33%. L’ultima volta che il dato era risultato così negativo, risale al 2014, occasione in cui si chiese un intervento del Governo per evitare una svalutazione delle pensioni. Stessa richiesta è stata avanzata in questa occasione.
A proposito di questo, sembra che lo Stato voglia stanziare 5 miliardi di euro per la previdenza; riguardo la pensione invece, il Presidente Inps – Pasquale Tridico – ha proposto la possibile uscita anticipata dal mondo del lavoro a 63/64 anni, ricevendo però solo la pensione contributiva ottenuta fino ad allora (Ape Contributiva). Per la quota retributiva, bisognerà attendere il compimento dei 67 anni di età.
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