Il presidente Draghi vuole prorogare il Green Pass sul posto di lavoro fino a marzo. Ci sono però dei fattori che ostacolano il monitoraggio reale dell’andamento della situazione.
Il Governo del presidente Mario Draghi vuole prorogare il Green Pass, tramite un obbligo sul posto di lavoro fino al prossimo marzo. L’idea dietro la decisione sta nell’incentivare il processo vaccinale della popolazione italiana, al netto delle proteste dei gruppi No-Vax e No Green Pass. Oltre a questa decisione sul Green Pass, vi è anche da decidere se prorogare o meno lo Stato d’Emergenza diramato a seguito della pandemia. Stato che scadrà il 31 dicembre, assieme all’obbligo di Green Pass. A differenza dell’estensione della certificazione verde, però, non vi sono state dichiarazioni riguardanti la proroga dello stato d’emergenza.
Come dichiarato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri in un’intervista a The Breakfast Club, il Green Pass sul lavoro sarà l’ultima misura da cancellare, nell’ambito dell’emergenza Coronavirus. Prima del Green Pass, verranno abrogati il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine. Sia Draghi che Sileri sono d’accordo sul fatto che l’implementazione della certificazione verde abbia portato ad un incremento delle vaccinazioni, spingendo i lavoratori indecisi a vaccinarsi per poter continuare ad esercitare la propria professione.
Con la nuova ondata di contagi che sta travolgendo l’Europa, molti paesi dell’Unione stanno ritornando ad implementare misure simili a quelle attuate in Italia. Infatti, l’Austria sta pensando a un lockdown per i non vaccinati, mentre in Francia il Green Pass è obbligatorio per tutti i cittadini. Il “Modello Italia” potrebbe essere d’esempio per molti paesi dell’Unione, spaventati dalla crescita del numero di contagiati.
Per quanto riguarda il monitoraggio reale dell’andamento dei contagi nonché dell’efficacia delle misure implementate dall’Italia, la produzione e distribuzione di certificati di malattia sta ostacolando questo processo. Il Friuli-Venezia Giulia ha registrato, nella giornata di venerdì 22 ottobre, il 70% di crescita di certificati di malattia. Seguono l’Umbria con il 38% e il Lazio con il 24%. Oltre a ciò, vi sono anche lavoratori che sfuggono al controllo del Green Pass. Non vi è traccia delle stringenti misure volte a contenere questi spiacevoli fenomeni, quali segnalazioni di irregolarità partenti da Asl, Polizia o Ispettorato. Bisognerebbe dunque trovare un modo di monitorare più efficacemente la situazione, forse tramite l’effettiva implementazione delle dinamiche di controllo diramate dal Governo.