Più di un Paese sembra propenso all’obbligo vaccinale sul posto di lavoro.
Covid, le maniere pesanti per assicurarsi la copertura vaccinale sono dietro l’angolo. A suggerire la concreta possibilità, se non l’imminenza della svolta sono gli USA: la misura annunciata dal presidente Biden a causa dell’emergenza coronavirus sancisce l’obbligatorietà vaccinale per i dipendenti federali e per i dipendenti di aziende con più di cento persone all’interno del personale. Oltre a ciò, l’idea del presidente degli Stati Uniti sarebbe di rendere il vaccino obbligatorio anche per i dipendenti nel settore privato. Se questi poi non vorranno vaccinarsi, dovranno sottoporsi a tamponi frequenti, come in Italia. Vi sono state proteste e reazioni contrastanti per quanto riguarda i dipendenti delle aziende interessate dalla misura di Biden.
L’obbligatorietà vaccinale o di tamponi frequenti proposta dal presidente Biden interesserebbe le aziende con più di cento dipendenti. Sarebbe legata a un regolamento federale denominato “standard temporaneo di emergenza”, colpendo più di 100 milioni di dipendenti in tutti gli Stati Uniti. Nonostante ciò, le regole sono tuttora piuttosto rigide. Infatti, le imprese possono applicare regolamenti più severi per i dipendenti no-vax, arrivando addirittura a poterli licenziare.
Nel mese di agosto, la CNN ha licenziato tre impiegati, rei di essere entrati nell’edificio dell’emittente senza il vaccino. L’amministratore delegato Jeff Zucker aveva dichiarato di aver licenziato i tre dipendenti a causa della politica della “tolleranza zero” sul tema dei vaccini. Zucker aveva inoltre aggiunto che, sia per entrare in ufficio che per lavorare sul campo, fosse necessario essere vaccinati. Più recentemente, la Washington State University (WSU) ha licenziato dei propri dipendenti per la stessa ragione. Infatti, la WSU ha licenziato l’allenatore della squadra di calcio dell’Università Nick Rolovich e alcuni dei suoi assistenti poiché non hanno rispettato l’obbligo vaccinale.
Con le nuove misure emanate da Biden per contrastare l’emergenza coronavirus, migliaia di lavoratori federali rischiano di perdere il posto di lavoro. Specialmente in città come Baltimora e Chicago, dove molti agenti di polizia nonché vigili del fuoco non sono vaccinati. A Chicago, più di un terzo dei dipendenti di polizia attualmente in forza non ha fatto presente il proprio stato vaccinale, e ciò ha già portato alla sospensione di alcuni agenti.
Nel settore sanitario, vi è già stata un’ondata di licenziamenti. Nel settore privato, invece, le politiche vaccinali sono differenti. Aziende come United Airlines Holdings hanno di fatto sancito l’obbligatorietà vaccinale, pena il licenziamento. Altre aziende, come General Motors, hanno intimato ai propri dipendenti di far presente il proprio stato di vaccinazione. Ulteriori aziende hanno richiesto che i propri impiegati, al rientro in ufficio, esibiscano il tampone negativo o procedano alla vaccinazione.