Il co-fondatore del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, nonostante i numerosi furbetti scovati dalle Fiamme Gialle, continua a difendere a spada tratta il Reddito di Cittadinanza.
I furbetti – del Reddito di Cittadinanza e non solo – solo nel periodo che va da gennaio 2020 a settembre 2021, sono costati alle casse di Stati 15 miliardi di euro. Per questo il Governo Draghi è nella direzione di una modifica radicale del sussidio nato su spinta del Movimento Cinque Stelle. ma c’è chi si oppone: il co-fondatore dei pentastellati, Beppe Grillo. In un post sul suo blog, Grillo ha scritto: “Il Reddito di Cittadinanza è una delle riforme sociali più importanti della storia della nostra Repubblica. Ogni critica al reddito di cittadinanza non è un attacco al M5s, ma un’offesa a oltre3 milioni di persone che fino a ieri non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena, e che finalmente non si sentono più invisibili”.
Numeri alla mano il creatore dei Cinque Stelle ha spiegato che la platea dei percettori di Reddito di Cittadinanza e di Pensione di Cittadinanza è composta da 2,58 milioni di cittadini italiani, 318 mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue almeno da 10 anni in Italia, e 119 mila cittadini europei. Nel corso del 2020, all’apice del periodo pandemico e con le chiusure imposte dall’ex premier Giuseppe Conte, i beneficiari di reddito di cittadinanza sono arrivati a 3,7 milioni di persone. Inoltre Grillo non ha mancato di sottolineare come grazie a questo sussidio statale si sia più liberi di scegliere se accettare o no un’ occupazione: “Per molti il Rdc è l’unica forma di reddito. Una liberazione anche dallo sfruttamento, dal soggiogo, dal lavoro nero e dai salari da fame. Così si è liberi di decidere se accettare un lavoro da fame o continuare a cercare senza morire di fame. Durante la Pandemia è stato una tutela verso la disperazione”.
E, nonostante le indagini della Guardia di Finanza portino a galla ogni giorno o quasi, nuove situazioni di irregolarità, il pentastellato non molla e puntualizza: ” L’Inps ha revocato 130mila domande di RdC circa, per motivi vari. Si tratta di circa l’1% di prestazione RdC irregolarmente spesa ad oggi. Questa quindi è una delle misure più controllate. Purtroppo le truffe esistono su tante prestazioni: false invalidità, percettori di naspi con lavoro nero, cassa integrazione ad aziende che non ne hanno bisogno o che fanno lavorare i beneficiari anche in cassa integrazione, ecc, e spesso per un valore superiore all’1%. Ma questi dati non fanno notizia“.
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