Indagato Domenico Arcuri, l’ex commissario straordinario per l’Emergenza Covid. Molte delle mascherine fatte arrivare da lui sono risultate non solo inadeguate ma anche potenzialmente pericolose.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid sono saliti di 2697 unità. Da ieri 70 morti e 4442 guariti. I casi attualmente positivi scendono a 74.546, -1817 rispetto a ieri. Calano i ricoveri: -5. In terapia intensiva -3 assistiti da ieri.
Covid: Domenico Arcuri sotto inchiesta
Nel mirino della Procura di Roma l’ex braccio destro del Ministro della Salute Roberto Speranza: Domenico Arcuri, ex commissario straordinario per l’Emergenza Covid. Molte delle mascherine da lui Fatte arrivare in Italia – dalle chirurgiche alle Ffp3, utilizzate dai medici e dal personale sanitario – sono state sequestrate perché risultate non adatte al loro scopo e, in alcuni casi, addirittura pericolose. Il sequestro delle mascherine su disposizione della Procura capitolina è arrivato parallelamente all’indagine per peculato e abuso d’ufficio. Indagati anche Mario Benotti – giornalista Rai in aspettativa – Andrea Vincenzo Tommasi ed Edisson Jorge San Andres Solis. Nello specifico sono state sequestrate 800 milioni di mascherine di tutti i tipi: non solo quelle usate dai comuni cittadini ma anche quelle distribuite ai medici e agli infermieri che, ogni giorno, rischiavano la vita a stretto contatto con pazienti infetti. E per l’acquisto di questi dispositivi inadeguati, irregolari e pericolosi – provenienti dalla Cina – l’ex commissario aveva dirottato 1,25 miliardi di euro. Secondo gli inquirenti Arcuri avrebbe veicolato i finanziamenti destinati alla crisi sanitaria a favore di Benotti e Tommasi, mediatori di una partita di 801 milioni di mascherine provenienti dalla Cina. Benotti e Tommasi avrebbero, così, ottenuto una provvigione di 12 milioni di euro attraverso le società Micropducts e SunskySrl.
Per l’ex commissario i pm all’inizio ipotizzavano anche la corruzione, ma per questa accusa è stata chiesta l’archiviazione. Si giunge così ad una tappa importante di un’inchiesta che dura da oltre un anno, precisamente da quando – nell’estate del 2020 – nel mirino dei pm romani e della Guardia di Finanza erano finite quattro società e sette persone, per reati che vanno a vario titolo dal traffico di influenze illecite alla ricettazione, dal riciclaggio all’autoriciclaggio. Le indagini hanno dato conto di 1.280 contatti che ci sarebbero stati tra Arcuri e Benotti tra gennaio e maggio dell’anno scorso. Tuttavia – hanno precisato gli inquirenti – “non vi è prova che gli atti della struttura commissariale siano stati compiuti dietro elargizione di corrispettivo”, ed è per questo che è venuta meno l’accusa di corruzione. L’inchiesta ha portato anche a sequestri dei beni di alcuni indagati e a misure interdittive che sono state revocate a marzo 2021, quando ad Arcuri è subentrato il generale Paolo Francesco Figliuolo. I giudici, a quel punto, hanno ritenuto che in ogni caso i reati, se davvero consumati, non avrebbero potuto ripetersi. Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato: “La svolta ulteriore…Ovviamente dopo i ballottaggi..”, alludendo forse al fatto che, al contrario, il caso di Luca Morisi – giudicato poi non colpevole di spaccio della droga di stupro – venne a galla a pochi giorni dal primo turno delle elezioni amministrative in gran parte dei comuni italiani.