Reddito di Cittadinanza e assegno di disoccupazione cumulati: così in fumo 15 miliardi

I “furbetti del Reddito” – e non solo – pesano sulle casse statali la bellezza di 15 miliardi di euro. Il Governo Draghi valuta possibili alternative per sostituire o modificare il sussidio a firma grillina.

Getty Immages/Massimo Di Vita

Solo nel periodo di pandemia da Coronavirus, alle casse statali sono stati sottratti 15 miliardi di euro. Tra gennaio 2020 e settembre 2021 ci sono stati 65.600 controlli da parte della Guardia di Finanza e 12 mila fascicoli aperti. Tra i “furbetti” che causano un danno erariale primeggiano i percettori indebiti del Reddito di Cittadinanza, il sussidio fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle e, recentemente, difeso a spada tratta dal nuovo leader pentastellato Giuseppe Conte. Ma il nuovo inquilino di Palazzo Chigi non la pensa come chi lo ha preceduto: “Serve una riflessione e la faremo nella prossima legge di Bilancio». Così il premier Mario Draghi venerdì scorso ha rinviato al Consiglio dei ministri sulla manovra che si svolgerà la prossima settimana. L’Esecutivo ha sul tavolo diverse ipotesi su cui ragionare per sostituire o modificare il il sussidio grillino.

La possibilità più concreta sarebbe la separazione del sussidio anti-povertà dall’incentivo al ricollocamento dei lavoratori. In pratica si riesumerebbe il vecchio Reddito di inclusione. I due terzi del Reddito di Cittadinanza – che costa circa 9 miliardi l’anno – è destinato alle fasce più indigenti della società. Dunque, i cittadini più poveri sarebbero salvaguardati. A essere ripensato sarebbe la parte del sussidio destinata alle politiche attive. In primo luogo – e questa potrebbe essere la prima importante modifica del Governo Draghi – dovrebbe essere prevista una progressiva diminuzione dell’assegno se il percettore non si dà da fare in prima persona per trovarsi un’occupazione. In secondo luogo, dovrebbe essere rafforzato il collegamento con il mondo del lavoro stesso: il ministero del Lavoro punta al rafforzamento dei centri per l’impiego anche se da questi passa meno del 5% delle assunzioni. Il ministro dello Sviluppo leghista, Giancarlo Giorgetti, da mesi spinge, invece, per sostituire il Reddito di Cittadinanza con il «lavoro di cittadinanza», di fatto rendendo cogente l’occupazione del lavoratore. Molte aziende si lamentano, infatti, di non riuscire a trovare manodopera in quanto il reddito di cittadinanza diventa una sorta di concorrenza.

L’assegno di disoccupazione universale potrebbe diventare una sorta di alternativa al Reddito per instradare i disoccupati verso una formazione che consenta loro di reinserirsi quanto prima nel mondo del lavoro. In questo modo si potrebbero escludere dalla platea del Rdc coloro che hanno perso l’occupazione e già percepiscono altri sussidi mentre oggi Naspi – assegno di disoccupazione – e Reddito sono cumulabili. Ultimo aspetto su cui lavorare: il rafforzamento dei controlli che – ad oggi – ha mostrato parecchie falle visto che quasi quotidianamente emergono nuovi casi di «furbetti».

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