Nuova stangata per tutti gli italiani e, questa volta, ad aumentare sono proprio i prezzi dei generi alimentari: grossi rincari per la spesa.
In un periodo complicato come quello che stiamo vivendo, ancora immersi nella pandemia causata dalla diffusione repentina del COVID-19, sono arrivati diversi aiuti da parte dello Stato.
Nonostante questo però, tutti gli italiani potrebbero avere presto una nuova stangata, in un ambito tra l’altro fondamentale per tutti: quello dei generi alimentari. Grossi rincari in arrivo per chi fa la spesa.
Nuova stangata per gli italiani, aumento dei prezzi e rincari per la spesa
Ad aumentare sono soprattutto dei beni di prima necessità come ad esempio le farine, ma non solo. Stando a quanto riportato, i prezzi all’ingrosso delle farine di grano tenero sono in costante aumento; quanto a quelle di semole di grano duro invece, nel mese di luglio c’è stato un drastico balzo in avanti con un 6% in più sul prezzo rispetto al mese precedente, giugno.
Se confrontiamo questi dati con quelli dello scorso anno, quando la situazione legata al COVID-19 era decisamente peggiore rispetto ad ora, il risultato è sorprendente; i numeri dicono che luglio di quest’anno, rispetto a luglio dello scorso anno, ha visto un incremento dei prezzi del 9,9% per il frumento duro e del 17,7% per il frumento tenero. Numeri che fanno tremare tutti i consumatori, e che fanno prevedere agli esperti un prossimo aumento del prezzo anche per altri prodotti, come ad esempio gli oli e il burro.
Lo stesso Davide Trombini, presidente di Assopanificatori di Fiesa, ha segnalato la pessima situazione del mercato: “Le autorità si allertino, noi non ci stiamo a passare per quelli che aumentano i prezzi” le sue parole, sottolineando come si sia fatto il massimo con grandi sforzi, fino al momento, per mantenere i prezzi di pane e prodotti da forno stabili, ma che continuando così non sarà più possibile.
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L’ AD del pastificio La Molisana invece, Giuseppe Ferro, lancia un altro allarme: “Tra marzo e maggio non avremo abbastanza grano per fare la pasta” le sue parole, non di certo rincuoranti.
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Già in precedenza Ferro aveva ricordato come il cuore del problema risieda in Canada, il primo produttore al mondo di grano duro; quest’anno, secondo i numeri ricordati dall’AD, ha prodotto solamente ” 4,5 milioni di tonnellate anziché le solite 6,5”, con conseguenti aumenti che ricadranno su tutti, dai mugnai fino ai consumatori.