Il Green Pass sta dividendo non solo i partiti ma anche le persone. E, talvolta, trasforma in luoghi di scontro anche luoghi deputati alla cultura.
Il Green Pass sta dividendo in due il Paese: sostenitori e oppositori. Specialmente dopo l’obbligo ad essere muniti di patentino verde per tutti i lavoratori che entrerà in vigore dal 15 ottobre. nelle maggiori città italiane ogni sabato cortei di protesta che, talvolta, sfociano in violenza. A causa del green Pass anche un vicequestore pluripremiato come Nunzia Alessandra Schilirò – con anni di lotte contro la violenza sulle donne alle spalle – è stato sospeso. La lotta tra chi è a favore del “lasciapassare” e chi è contrario, purtroppo, è entrata anche nei luoghi deputati alla cultura e alla condivisione: l’Università. Dal mese scorso, infatti, non solo gli insegnanti ma pure gli studenti, per poter seguire le lezioni in presenza, devono esibire il patentino. Quanto accaduto a Bologna è l’esempio di ciò che mai dovrebbe accadere. Una studentessa di Filosofia, Silvia, si è presentata in aula senza il Green Pass, ed è stato subito caos: la lezione è stata sospesa, come da protocollo. Ma fin qui, tutto sommato, niente di grave. Ciò che è grave è quello che è avvenuto dopo: violenza verbale e minacce che potevano sfociare in qualcosa di ben più grave.
Silvia sabato scorso ha deciso di raccontare cosa le è accaduto. Prima sui sociale e poi ad un’assemblea di altri studenti contrari all’obbligo di “lasciapassare”. Una storia che lascia l’amaro in bocca soprattutto perché vede coinvolti ragazzi che si affacciano alla vita adulta. Il 6 ottobre scorso Silvia è andata a lezione senza il patentino verde ma, a differenza delle altre volte in cui nessuno aveva mai controllato, quella mattina hanno controllato. La ragazza, tuttavia, ha scelto la linea dura e si è rifiutata di uscire dall’aula. A quel punto la professoressa ha dovuto annullare la lezione. “Quello che è stato assurdo è stato il seguito, ho avuto tutta la classe inviperita contro, insulti, chi si è alzato pretendendo i soldi del biglietto universitario che lo ha portato a perdere la lezione per colpa mia, chi mi ha reagito dandomi della troia no vax… Una volta uscita mi ha aspettato un gruppetto di persone che ha iniziato ad accanirsi, a sputare per terra vicino ai miei piedi, un tipo mi ha scattato a dieci centimetri dalla faccia dicendo che se non fossi stata una ragazza mi avrebbe già menato, ha minacciato di chiamare la Polizia se mi fossi presentata alla lezione successiva per farmi sbattere fuori” – il racconto di Silvia. La ragazza ha anche spiegato che alcuni altri studenti, sul gruppo online dell’Università, hanno iniziato a mandare foto di fucili dicendo che avrebbero dovuto usare quelli.
L’episodio è accaduto alla lezione di Psicologia cognitiva della professoressa Luisa Lugli nella struttura universitaria di via Azzo Gardino. “Mi è dispiaciuto dove arrivare a sospendere la lezione, ma la presenza in aula senza green pass viola una norma dello Stato e non posso permetterlo” – ha spiegato alla stampa locale il coordinatore del corso di laurea, Luca Guidetti, che però non vuole entrare nel merito del singolo episodio. Guidetti perciò condanna qualsiasi infrazione della legge italiana. “Se dovessero verificarsi nuovamente, verranno immediatamente informati il direttore di Dipartimento e gli organi di Ateneo, i quali provvederanno ad adottare i provvedimenti per impedire tali comportamenti” – ha ribadito.
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