Tra prescrizioni, assoluzioni e impunibilità sono stati tutti prosciolti i religiosi accusati di aver commesso violenza carnale sui chierichetti di Papa Francesco.
Sono stati prosciolti don Gabriele Martinelli e don Enrico Radice, che erano imputati nel processo per i presunti abusi al Preseminario San Pio X, quello che ospita i chierichetti del Papa. Don Gabriele Martinelli era accusato di violenza carnale, mentre l’ex rettore don Enrico Radice era accusato di favoreggiamento. Tra assoluzioni, impunibilità e prescrizioni per entrambi si è chiusa la parentesi che li ha visti al banco degli imputati. I giudici del Vaticano avevano chiesto sei anni di reclusione per don Martinelli – che oggi ha 29 anni ma all’epoca dei fatti era minorenne – e quattro anni per il 71enne don Radice. Ma il processo si è chiuso con un nulla di fatto per mancanza di prove. Il principale imputato, don Martinelli, è stato prosciolto perché – ha spiegato il Tribunale del Vaticano – «difetta la prova» che abbia commesso violenza nei confronti della vittima.
Per i reati commessi invece prima del 9 agosto 2008, lo stesso Martinelli è stato dichiarato «non punibile», in quanto all’epoca degli eventi aveva solo 16 anni ed era, pertanto, minorenne. È scattata poi la prescrizione per il reato di corruzione di minore.
Entrambi i sacerdoti sono attualmente incardinati nella Diocesi di Como, che gestisce il Preseminario San Pio X attraverso l’Opera Don Folci. Istituto ha traslocato fuori dal Vaticano, per volontà di Papa Francesco. Fino a poco prima dell’estate era collocato in un piano di Palazzo San Carlo, adiacente a Casa Santa Marta, proprio dove abita il Santo Padre, attualmente molto impegnato sul fronte della difesa dei diritti delle coppie omosessuali . Proprio pochi giorni fa, il Pontefice tornando sul rapporto che ha investito i cattolici francesi, sempre in tema di abusim ha pronunciato più volte la parola «vergogna».