Liti e pressioni tra medici per un posto all’Università, a finire sotto accusa è il prof. Galli

Nuovo scandalo all’ospedale Sacco di Milano. Il professor Massimo Galli è indagato per associazione a delinquere.

 

Dopo lo scandalo di quanto avveniva all’interno dell’obitorio, a stretto giro, un altro “dramma” si abbatte sull’ospedale Sacco di Milano: il professor Massimo Galli, primario di Malattie infettive, nonché volto noto e spesso ospite di salotti televisivi, è indagato dalla Procura di Milano nell’ambito di una grossa inchiesta su presunte irregolarità nelle iscrizioni a numero chiuso nelle facoltà di Medicina e nello svolgimento dei concorsi per le assunzioni che vede 24 docenti iscritti nel registro degli indagati. L’ipotesi accusatoria nei confronti dello scienziato è falso ideologico e turbativa d’asta. Nel mirino dei pm ci sono 33 persone, tra cui 24 docenti delle università di Milano, Pavia, Torino, Roma e Palermo.

Nello specifico, l’ipotesi di reato mossa al professor Galli è che, nella veste di presidente della commissione giudicatrice della selezione bandita nel giugno 2019 per un posto di professore di ruolo all’Università statale, avrebbe condizionato l’intera procedura allo scopo di penalizzare un candidato a favore di un altro risultato vincente. Il medico – secondo l’assunto accusatorio – avrebbe “turbato” con “promesse e collusioni “per favorire due candidate. Assunzioni che erano, invece, osteggiate da un’altra virologa del Sacco, la dottoressa Maria Rita Gismondo. Ma non è finita qui: il professor Massimo Galli è indagato anche per un’altra ipotesi di turbativa, riguardante un posto da professore di ruolo sempre all’Università Statale di Milano. Secondo i pm avrebbe truccato il “concorso” per favorire un candidato risultato vincente e avrebbe commesso un falso come componente della “commissione giudicatrice” sul verbale di “valutazione dei candidati” il 14 febbraio 2020. In particolare, in base alle accuse, avrebbe attestato che il prospetto contenente i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale, mentre fu concordato solo dopo. Tutto questo mentre l’Italia attraversava uno dei periodi più bui della storia.

 

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