La poliziotta dice che il Green Pass è incostituzionale, il Ministro “Mi occuperò personalmente di lei”

Provvedimenti disciplinari immediati contro Nunzia Alessandra Schilirò, il vicequestore della Polizia di Stato che si è espressa contro il Green Pass nel corso della manifestazione a Roma.

Non sono tardati ad arrivare i provvedimenti contro Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore della Polizia di Stato, che nel pomeriggio di sabato 25 settembre ha preso la parola in piazza San Giovanni – a Roma – davanti a migliaia di manifestanti per esprimersi anch’ella contro il Green Pass obbligatorio. “Sono qui per ricordare a tutte le Forze dell’Ordine che noi abbiamo giurato sulla Costituzione e la Costituzione è fonte di diritto preminente cioè sovraordinata rispetto a tutte le altre leggi dello Stato E allora come si fa a limitare il diritto al lavoro, il diritto alla libertà, il diritto alla circolazione, il diritto alla vita sociale del cittadino? Non è possibile, bisognerebbe cambiare la Costituzione” – le parole di Schilirò.

La donna – che in passato ha ricevuto ben 4 premi per i suoi risultati professionali – sarà sottoposta a procedimento disciplinare. Misura che potrebbe apparire una sorta di censura del dissenso ma, fonti di Polizia, hanno spiegato che non è così: “Finché è frutto di posizione personale, non crea un problema diretto all’amministrazione. Ma sul palco, in questo caso, la dottoressa è stata presentata come ‘dirigente della Polizia di Stato’ creando un danno di immagine e una situazione di imbarazzo“. Anche il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha definito gravissime le affermazioni del vicequestore e ha assicurato che si sta già occupando in prima persona della vicenda.

 

 

Dopo aver appreso del provvedimento disciplinare, Schilirò ha postato oggi la sua reazione sul profilo Facebook. Nessun ripensamento, la poliziotta resta ferma sulle proprie posizioni e resta fedele alle proprie idee. Solo è rimasta stupita di aver appreso dai giornali del procedimento disciplinare nei suoi confronti: “È bello apprendere dai giornali, anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare. Sono molto serena… Se l’amministrazione non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso. Ho scelto il mio mestiere, perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé. Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso”.

 

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