Vladimir Luxuria ci mette la faccia nell’affrontare la delicata questione del bullismo che colpisce moltissimi adolescenti, a prescindere dall’orientamento sessuale. E poi si esprime in merito al Ddl Zan.
L’ex onorevole Vladimir Luxuria non ha mai fatto mistero dei suoi dolorosi trascorsi di adolescente confuso circa la propria identità sessuale. E, per questo -ospite nel programma di Serena Bortone, “Oggi è un altro giorno” – ha raccontato un po’ della sua vita. Luxuria ha recentemente inciso il singolo “Tuo Amante” e ha invitato gli adolescenti vittima dei bulli a non sentirsi sbagliati perché quelli sbagliati non sono loro. Luxuria si è aperto: “Mi facevano la pipì nelle scarpe o mi scrivevano cose sul muro. Gli insegnanti facevano finta di niente. Una supplente mi ha umiliato chiedendomi davanti a tutti se mi piacevano i maschietti, io ho risposto di sì e lei mi ha bacchettato la mano. Le lacrime me le asciugavo da sola“.
E se da ragazzino Vladimiro Guadagno veniva bullizzato, una volta entrato in Parlamento con il nome di Wladimir Luxuria è stato importunato ma anche messo sotto pressione per ottenere favori. L’ex onorevole ha raccontato che, durante la sua esperienza alla Camera dei deputati un politico – sposato e con figli – le faceva avances molto esplicite e ha desistito solo che quando Luxuria ha minacciato di raccontare tutto ai giornali. Mentre altri – a suo dire – avrebbero cercato di sedurla per ottenere favori per i propri figli. E anche nel mondo dello spettacolo non sono mancati i giovani “sessualmente disponibili” pur di essere piazzati in Tv. L’ex onorevole è sceso in piazza a Roma per manifestare a sostegno delDdl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia. Dopo la piazza milanese dell‘8 maggio, anche la capitale ha dato il suo sostegno per la causa. Molti manifestanti e sostenitori sono scesi in piazza del Popolo con lo slogan “Per la legge Zan e molto di più: non un passo indietro“. Legge che sta facendo molto discutere e sta scindendo il Governo tra i sostenitori e chi, invece, ritiene possa rappresentare un primo passo verso la censura del dissenso. La causa è sostenuta con fervore anche dall’ex di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale