Una ragazzina di 16 anni è deceduta a sole sedici ore dalla somministrazione della seconda dose del vaccino anti Covid della BioNTech/Pfizer.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid sono saliti di 4021 unità. Da ieri 72 morti e 7501 guariti. Continuano a calare i casi attualmente positivi 122.340, -3564 rispetto a ieri. I ricoverati sono 4165, -35 e in terapia intensiva 554 assistiti, -9 da ieri.
Giulia Lucenti aveva solo 16 anni, frequentava l’Istituto Galilei di Mirandola, a Modena. Giulia fin da piccola aveva paura delle siringhe e, dunque, non voleva farsi somministrare il vaccino anti Covid. Ma poi si è convinta e, anche se controvoglia, è andata a farsi inoculare il farmaco. L’8 settembre, a sedici ore di distanza dalla seconda dose del vaccino Pfizer, Giulia è morta. Secondo i medici è molto probabile che non vi sia alcuna correlazione tra la vaccinazione e il decesso della ragazzina. L’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, è subito intervenuto per puntualizzare che i casi avversi sono davvero limitatissimi. Ma per i genitori di Giulia – Lorenzo e Oxana – i numeri e le statistiche poco contano ormai. La mamma della vittima ha raccontato che, dopo la vaccinazione, la bambina si era stesa sul divano perché si sentiva molto stanca: “Pensavo che dormisse. Il volto era sereno, la temperatura corporea normale, le mani e il volto tiepidi, segno che era morta da poco, nel lasso di tempo dalle 13.30 alle 14.50, ma ho ugualmente tentato l’impossibile praticandole il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, e interrompendo le procedure salvavita, che so praticare in quanto operatrice socio sanitaria, solo per chiamare il 118. Urlavo al telefono di fare presto, perché mia figlia non dava segni di vita, ma purtroppo, da Nonantola a Bastiglia, l’ambulanza ha impiegato una ventina di minuti”. Forse Giulia se ne è andata nel sonno, esattamente come accaduto pochi mesi fa al 18enne Davide Bistrot, anche lui venuto a mancare dopo la somministrazione del vaccino anti Covid.
Giulia era sana – hanno ribadito i genitori – ma, tuttavia, aveva una lievissima imperfezione alla valvola mitralica. In questi casi gli esperti sconsigliano la vaccinazione. Ma nessuno si è premurato di fare l’anamnesi della bambina prima di vaccinarla. Ciò che aggiunge rabbia all’immenso dolore della mamma e del papà è che, secondo loro, si sarebbe potuto fare di più per salvare la giovane. Il defribillatore non è stato usato da quanto dichiarato dalla madre Oxana: ” Quei due coaguli di sangue, usciti dalla vena di mia figlia quando le è stato inserito il catetere con l’adrenalina nel braccio sinistro, li ho visti molto bene. Erano due coaguli, non sangue liquido. Il defibrillatore, forse, avrebbe aiutato a far ripartire il battito. Non possiamo sapere se la nostra amatissima Giulia poteva essere salvata dall’uso del defibrillatore. Ma quel che è certo è che non è stato usato“. Per tutta risposta l’Ausl ha spiegato che in quel tipo di situazioni il defribillatore non deve essere utilizzato e che è stato fatto tutto il necessario per salvare la vita alla ragazzina. I genitori, nei giorni scorsi, tramite il loro avvocato Pier Francesco Rossi hanno presentato un esposto in Procura per chiedere una autopsia.
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