Polemica sull’amministratore delegato del marchio Conad che ha proposto l’ idea che i dipendenti non vaccinati vengano collocati in aspettativa senza stipendio.
La polemica è nata proprio mentre il primo decreto sul Green Pass è all’ esame alla Camera per estendere l’ obbligatorietà della certificazione verde ai dipendenti pubblici e ai lavoratori delle imprese. Ad alimentare ancora di più la polemica sull’ obbligo vaccinale, oltre ai 600 docenti che hanno firmano contro il Green Pass, vi è anche l’ amministratore delegato della catena di supermercati Conad, Francesco Pugliese stato intervistato dalla trasmissione Quarta Repubblica condotta su Rete 4. Pugliese ha risposto alla richiesta di un parere sull’estensione del Green Pass all’ interno delle aziende.
La risposta è stata inequivocabile ed è addirittura andata oltre, ipotizzando le eventuali misure da prevedere nei confronti dei dipendenti no vax: “Io sono molto d’ accordo. Credo che la via più giusta sia quella di andare in aspettativa non retribuita.” Ha poi aggiunto: “Non capisco per quale motivo io che sono vaccinato devo avere queste attenzioni e poi devo invece correre il rischio di andare in un supermercato ed avere a che fare con un dipendente che può non essere vaccinato”. Dunque per Pugliese la scelta di rendere obbligatoria la vaccinazione anche per i lavoratori delle imprese sarebbe una forma di rispetto per i colleghi, ma soprattutto per i clienti che entrano nel supermercato. Anche altre catene della Grande Distribuzione si sono dette favorevoli, ma senza che tutto ciò comporti un costo per le aziende. In sostanza, non intendono sostenere il costo dei tamponi. Anche la Coop ha fatto sapere di essere concorde con il Green Pass per i dipendenti dei supermercati “vanno sostenute e incentivate tutte le soluzioni per aumentare la quota di vaccinati, lasciando ai tamponi un ruolo integrativo marginale” ha detto.
Dello stesso avviso anche il presidente di Distribuzione Italiana, che rappresenta i marchi Sigma e Sisa, che ha precisato di non avere intenzione di accollarsi i costi dei tamponi, per cui i dipendenti che non vogliono vaccinarsi saranno messi in aspettative non retribuita. I sindacati, invece, fremono affinchè le aziende paghino i tamponi come ha precisato il segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, a 24 Mattino su Rad
Nel frattempo, a distanza di un mese dall’ introduzione del Green Pass, vi è chi ritiene che obbligo sia inutile non avendo le forze e i mezzi sufficienti a garantirne il rispetto. A questo si aggiunge che non ha impedito ad alcune Regioni di passare da bianche a gialle: una nuova stretta potrebbe già essere imprevista per Sardegna e Calabria.