Casal di Principe, demolita una casa abusiva dove vivevano pure quattro bambini, ora senza dimora. Il sindaco Renato Natale si dimette: “lo Stato ha fallito. Io ho fallito. Poi è normale che dicano che si stava meglio con i camorristi.”
Strazianti le immagini riprese da Il Fatto Quotidiano nel servizio dello scorso venerdì 3 settembre a Casal di Principe in provincia di Caserta. I pianti e le urla delle famiglie sfrattate e mandate via a forza dalle loro abitazioni toccano profondamente. Intervistati anche i vicini, che dai loro balconi urlano assieme alla folla radunata in strada “la casa è un diritto e non si tocca” cercando di fermare la demolizione dell’abitazione di via Ancona. All’interno di quest’ultima, vivevano due nuclei familiari, tra cui quattro bambini in totale e quella mattina i membri delle due famiglie – esclusi i bambini che durante quel momento tragico si trovavano fortunatamente con i nonni – si sono barricati in casa per tentare di fermare le ruspe. Dopo diverse ore però, le famiglie sono state costrette ad abbandonare i propri appartamenti e tra i pianti e la disperazione sono salite in macchina, prima che l’enorme pala meccanica si mettesse in moto e distruggesse il muro della casa.
Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, ha deciso di dimettersi dopo quest’ultimo avvenimento. Sente di aver fallito nel suo lavoro e avverte lo Stato che così facendo, “è solo il primo passo di un dramma sociale.” “Con questo abbattimento hanno compromesso tutto quello che abbiamo fatto in questi anni in un territorio che è stato governato per decenni dai camorristi” continua amareggiato Natale, “ma se lo Stato si presenta con il volto di chi toglie, poi non ci stupiamo se le persone iniziano a pensare che si stava meglio prima.” Renato Natale è stato il primo cittadino osannato come “il sindaco anticamorra” che assieme ai magistrati ha contribuito a ripristinare la legalità nel feudo del clan dei Casalesi. Oggi sente di aver fallito nel suo intento e per questo motivo ha deciso di dimettersi. Fallimento ancor più grave quello dello Stato, che ha abbandonato lui e ciò che stava cercando di costruire.
“Non sono contro l’abbattimento di uno stabile abusivo” spiega il sindaco, “ma avevo chiesto una ulteriore proroga di tre mesi per completare un bene confiscato alla camorra e dare una nuova casa a queste famiglie, avevamo solo bisogno di più tempo e avremmo evitato le scene strazianti che avete documentato” dice durante l’intervista a Il Fatto Quotidiano. La casa demolita faceva parte dei 250 manufatti per i quali la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto lo sgombero e la demolizione e “quasi tutte le abitazioni da abbattere hanno situazioni simili, cioè famiglie con figli piccoli che non hanno dove andare” continua Natale. “L’unico introito per sopravvivere arriva dal reddito di cittadinanza. Lo Stato non può essere cieco e applicare indiscriminatamente la legge sugli abbattimenti senza prima rendersi conto delle diverse situazioni umane. Qui per anni comandavano i casalesi. A loro dovevi chiedere il permesso di costruire una casa. Ci sono voluti anni per distruggere quel sistema criminale e soprattutto quella mentalità, ma con esempi di forza come quelli di oggi si è mostrato il lato più cupo dello Stato.”
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