Fuori dalle sbarre il 67enne Francesco Cirillo. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di omicidio. Movente del delitto: un parcheggio.
Si sono aperte le porte del carcere per il 67enne di Torre annunziata – Napoli – Francesco Cirillo. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di avere partecipato insieme al figlio e ad altre due persone alla spedizione punitiva che sfociò nell’assassinio del 61enne Maurizio Cerrato, ammazzato a coltellate lo scorso 19 aprile. Cirillo ora sarà sottoposto agli arresti domiciliari. A decidere per la sua scarcerazione il Tribunale del Riesame. “Mio marito non ha avuto diritto al Riesame, noi non abbiamo diritto a sconti di pena se c’è una giustizia divina tu, padre indegno di questo nome, pagherai fino al resto della tua miserabile vita. Fine pena mai per gli assassini” – le parole piene di rabbia e amarezza della vedova della vittima dopo aver saputo della scarcerazione di Cirillo.
Restano invece in carcere i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella e Antonio Cirillo, figlio del 67enne. Quest’ultimo è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio. Il raid era scattato dopo che la figlia di Cerrato aveva posteggiato la sua automobile in un posto auto che una famiglia aveva “requisito”, pretendendo di essere l’unica a potervi parcheggiare le auto. Da lì partì la spedizione punitiva contro Cerrato che ricopriva il ruolo di custode presso il Parco Archeologico di Pompei. Anche il senatore Sandro Ruotolo – Gruppo Misto – si è dichiarato sgomento dalla decisione del Tribunale e ha espresso tutta la sua solidarietà alla famiglia di Cerrato, brutalmente pugnalato al torace. Il senatore auspica ora che la Procura della Repubblica faccia ricorso contro la scelta dei giudici tanto più che – ha specificato Ruotolo – l’indagato avrebbe ammesso la sua partecipazione alla spedizione punitiva. “Chi è indifferente è complice dell’agonia della città. Occorrono segnali concreti a cominciare dallo Stato che dimostri di essere Stato. Ma anche la città deve scendere in campo a difesa della legalità contro la cultura della violenza e della sopraffazione” – il commento del senatore.
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