600 docenti hanno firmato l’appello contro il Green Pass all’università, tra di loro anche lo storico Alessandro Barbero: “Non avrei niente da dire sull’obbligo del vaccino, ma un altro conto è dire ‘no, non c’è nessun obbligo, ma semplicemente non puoi più andare all’università.”
La regola che vieta l’entrata in università a tutti coloro che non hanno ricevuto il vaccino sta trovando degli ostacoli lungo la strada per l’approvazione. Numerosissimi i docenti che da venerdì scorso hanno firmato l’appello per schierarsi contro questa norma, ritenendo l’obbligo di Green Pass per entrare in università un’ipotesi di “natura discriminatoria”. Ad oggi sono a quota 600 le firme, e non sembrano intenzionate a cessare. Secondo i docenti, l’appello firmato è stato scritto per “ribadire che l’Università è un luogo di inclusione” e per “avviare un serio e approfondito dibattito sui pericoli di una tale misura, evitando ogni forma di esclusione e di penalizzazione di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo.”
I docenti che hanno preso parte all’appello ci tengono a precisare che non sono contro il vaccino, ma solo contro la decisione di allontanare dalle strutture universitarie chi ha deciso di non farlo. Nel testo si legge chiaramente: “molti di noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione, convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi, però reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione – art. 32: ‘Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana’ – e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate per diversi motivi o che hanno scelto di non essere vaccinate.” Se si deciderà di mantenere l’obbligo di Green pass per le università, la società italiana sarà divisa in cittadini di serie A e di serie B, secondo i docenti che hanno firmato l’appello. Regola “ingiusta e discriminatoria”, come se i cittadini di serie A possano infatti “continuare a godere dei propri diritti” mentre quelli di serie B vedano compromessi i propri diritti garantiti dalla Costituzione.
Lo storico e accademico Alessandro Barbero è d’accordo con i docenti e ha firmato lui stesso l’appello. Lui, docente all’università del Piemonte orientale a Vercelli, ha dichiarato durante un convegno Fiom-Cgil organizzato a Firenze che trova ingiusto l’obbligo del certificato verde per entrare o lavorare in università, o meglio: “un conto è dire “signori abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario, e di conseguenza, adesso introduciamo l’obbligo” – non avrei niente da dire su questo. Un altro conto è dire “no, non c’è nessun obbligo, ma non puoi più vivere, non puoi più andare all’università.” Secondo Barbero questo discorso cade nell’ipocrisia, tanto da concludere la sua intervista con un’allusione ai gironi dell’Inferno dantesco: “credo che Dante il girone degli ipocriti avrebbe trovato modo di riempirlo fino a farlo traboccare, con i nostri politici.”
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