Orrore a Piacenza: scoperto un caso di due sorelline infibulate durante una vacanza nel Paese di origine dei genitori.
In Italia l‘infibulazione – una mutilazione realizzata con una cucitura sui genitali, pratica che rende molto dolorosi i rapporti sessuali – è punita secondo la legge del 9 gennaio 2006 e prevede pene fra i 4 e i 12 anni. Non si tratta solo di “danno morale” ma di lesioni gravi e permanenti sul corpo femminile. Ad oggi questa pratica è ancora piuttosto diffusa in alcuni Paesi come Egitto, Somalia, Corno d’Africa e Yemen, Guinea a Mali, sud est asiatico e ultimamente Nigeria. Spesso sono proprio le madri o i padri che portano le figlie a questo “patibolo” per paura che, una volta adulte, nessun uomo voglia prenderle in moglie. La pratica viene eseguita dagli 8 giorni ai 12 anni di vita.
Essendo punita per legge in Italia, molti immigrati che risiedono qui da anni ma ancora profondamente ancorati a certe tradizioni, portano le loro figlie nei loro Paesi di origine per farle mutilare. Ed è quanto accaduto a Piacenza dove due sorelline, figlie di una famiglia di migranti, sono state infibulate durante un soggiorno nel Paese d’origine dei genitori e la vicenda è finita in Procura. Nello specifico, in questo caso, era stato solo il padre a stabilire che le due piccole dovessero essere sottoposte a tale pratica, la madre ne era all’oscuro e una volta scoperto il tutto non ha esitato a denunciare il marito.
E non è purtroppo un caso isolato: dall’inizio dell’anno le ginecologhe dei consultori familiari dell’Ausl di Piacenza e provincia hanno visitato una decina di donne che avevano subito una infibulazione. Quest’ennesima vicenda che vede coinvolte due bimbe incapaci di decidere per sé e sottoposte all’autorità genitoriale, ha suscitato indignazione in alcuni esponenti della politica che hanno tirato in causa anche la situazione dell’Afghanistan: “Quando ci indigniamo per la condizione della donna in Afghanistan, spesso ci dimentichiamo che i talebani li abbiamo da tempo anche in casa anche se non piace parlarne per non turbare il clima politicamente corretto e la narrazione multiculturalista” – hanno commentato le deputate della Lega Elena Murelli, eletta a Piacenza, e la parmigiana Laura Cavandoli, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.