Reddito di Cittadinanza, chi non risponde alle offerte di lavoro continua a percepirlo. Ma qualcosa cambierà, forse

Nuova proposta per il Reddito di Cittadinanza: le offerte di lavoro arrivano tramite un sms e dopo il terzo rifiuto il sussidio potrebbe essere interrotto.

reddito di cittadinanza

Arriva dagli assessori regionali al Welfare una proposta di modifica per il Reddito di Cittadinanza che faciliterebbe il lavoro dei centri per l’impiego. Come sappiamo la percezione del RdC prevede la firma di un Patto sociale per l’impiego nel quale il richiedente afferma che si rende disponibile a ricevere delle proposte di lavoro dai centri per l’impiego; in questo modo si dovrebbe facilitare il reinserimento nel mercato del lavoro di tutti coloro i quali si trovano in difficoltà e quindi richiedono il suddetto sussidio. Mentre sulla carta il progetto funziona senza troppi intoppi, nella pratica c’è un problema non indifferente: quando i centri devono comunicare con i richiedenti per informarli di una eventuale posizione lavorativa, non ricevono risposta. E questo non basta perché attualmente gli operatori dei centri per l’impiego non hanno modo di verificare se la non-risposta del cittadino nasce da una indisponibilità o da una mancata ricezione della proposta stessa; per questo motivo non possono procedere con la revoca del sussidio, che dovrebbe avvenire dopo il terzo rifiuto da parte del cittadino.

Per superare questo scoglio la proposta avanzata dagli assessori del Ministro del lavoro Andrea Orlando, di rendere legali le comunicazioni tramite sms, email o messaggi Whatsapp, in modo da raggiungere con certezza il richiedente e farle quindi valere come proposte ufficiali. Con questo metodo sarebbe più facile riconoscere la mancata risposta – che comunque penalizza il richiedente e vale quanto un vero rifiuto – o un rifiuto esplicito. Attualmente l’Anpal – l’Agenzia Nazionale per le politiche attive del Lavoro – e i tecnici del ministero stanno valutando la proposta per capire quanto effettivamente sia fattibile, anche se non dovrebbe essere impossibile apportare tale modifica visto che i centri per l’impiego gestiscono già da un po’ tramite sms o messaggistica istantanea le richieste di esonero dalle convocazioni dei cittadini: si tratterebbe di autorizzare tale pratica anche per il Reddito di Cittadinanza. Quello che più spinge gli assessori a tale modifica è il numero di occupabili che ancora non hanno trovato un impiego pur percependo il sussidio: dai dati si evince infatti che su 1.850.000 percettori, circa 1.150.000 sono occupabili, ma solo un terzo di questi ha sottoscritto il Patto per l’impiego, e di questi 392mila non sappiamo quanti abbiano già iniziato a lavorare. Un dato non proprio felice che potrebbe far cambiare idea anche al nuovo Premier Draghi, che inizialmente si era detto favorevole al RdC.

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